E’ allergica, la Asl deve pagarle il vaccino

Per la terapia sborsava 490 euro al mese, fa ricorso e il giudice le dà ragione

TERAMO. Costretta a spendere quasi 500 euro al mese per curare in modo risolutivo una grave allergia agli acari, si rivolge alla magistratura per ottenere gratuitamente la terapia e il giudice del lavoro del tribunale di Teramo le dà ragione, ordinando alla Asl di pagarle il farmaco per sei mesi. È la storia raccontata da Wania Della Vigna, giovane avvocato di Arsita, diretta protagonista di una vicenda giudiziaria nella quale ha difeso se stessa.

MALATTIA E CURA. Wania Della Vigna racconta così la propria malattia: «Sono allergica da anni agli acari e alle parietarie, che mi provocano problemi agli occhi e al naso. Le tradizionali e inefficaci cure con gli antistaminici, farmaci che curano il sintomo e non la malattia in sé, oltre a peggiorarmi la qualità della vita hanno aggravato il mio livello di sensibilità allergica. Ho sviluppato da oltre due anni allergie incrociate con alimenti, subendo una volta uno shock anafilattico e finendo in ospedale in imminente pericolo di vita». Per combattere in modo risolutivo la sua allergia Wania ha una sola strada: affrontare una immunoterapia allergene specifica (Its), che consiste nella somministrazione di un estratto allergenico specifico a dosi scalari progressivamente crescenti, al fine di ottenere una riduzione della sensibilità del paziente verso l’allergene. Uno specialista di Roma, nel 2006, le prescrive un farmaco di questo tipo: è un vaccino da prendere una volta al mese per almeno tre anni. A differenza degli antistaminici, non è fornito dal servizio sanitario nazionale. «Il farmaco funziona», dice l’avvocato, «ma mi costringe a sostenere spese enormi. Nel 2008, così, faccio alla Asl la richiesta di avere il rimborso per i tre anni di cura. Invano. E allora mi rivolgo con provvedimento d’urgenza ex articolo 700 al giudice del lavoro».

LA CAUSA
. Il giudice Luigi Santini, semplicemente sulla base del ricorso e senza sentire l’altra parte, come gli consente la norma, nel marzo 2009 emette un decreto con il quale ordina all’azienda sanitaria locale di fornire gratuitamente a Wania Della Vigna il farmaco in questione per sei mesi. Successivamente si sviluppa il contenzioso. La Asl di Teramo si oppone in giudizio, a quanto pare per non creare un precedente che metterebbe a dura prova i propri bilanci vista la grande diffusione delle allergie, e il giudice nomina un consulente tecnico d’ufficio che accerti di quale patologia soffre la ricorrente e quali farmaci siano necessari per combatterla.

LA SENTENZA. La consulenza tecnica conforta il giudice nella sua decisione d’urgenza e nell’ottobre scorso arriva un altro provvedimento con il quale il giudice Santini conferma il decreto emesso a marzo e condanna la Asl a pagare le spese. Nelle motivazioni Santini scrive: «Il giudice ordinario può e deve ordinare la dispensazione gratuita di un farmaco indispensabile e insostituibile per il trattamento di gravi condizioni o sindromi morbose che esigono terapie di lunga durata». La indispensabilità e non sostituibilità del farmaco in questione sono «da accertare nel giudizio ordinario». Ed è quello che è accaduto in questo caso: tramite il Ctu il giudice ha accertato che il vaccino anti-allergie prescritto alla ricorrente deve ritenersi indispensabile e insostituibile in caso di terapia etiologica, «e cioè nel caso in cui si voglia cercare di ottenere la guarigione clinica nel tempo». Peraltro, scrive il giudice, «la terapia etiologica, oltre a consentire la completa guarigione, assicura anche, nel medio-lungo periodo, un sostanziale abbattimento dei costi a carico della pubblica amministrazione», visto che, una volta conclusa con successo, azzera l’uso dei farmaci sintomatici, altrimenti destinato a durare una vita.

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