Epidemia lingua blu: salgono a cento i focolai, colpito anche il Chietino. Attivata una task force

Cresce l’allarme in Abruzzo: la febbre catarrale degli ovini continua a diffondersi con preoccupante rapidità nel territorio regionale
L’AQUILA. Una task force per potenziare la vigilanza e fronteggiare l’emergenza blue tongue. La febbre catarrale degli ovini continua a diffondersi con preoccupante rapidità nel territorio regionale. Proprio per questo, in un contesto che si fa sempre più critico, con circa 100 focolai individuati, un numero in aumento rispetto alla settimana precedente, e la prospettiva di un’estensione dell’epidemia a tutto l’Abruzzo entro pochi giorni, secondo le stime dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Teramo, la Regione è corsa ai ripari.
Durante la giunta regionale, l’assessore alla Sanità, Nicoletta Verì, ha annunciato che il coordinamento tecnico operativo della task force sarà stato affidato allo Zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise (Izs) Caporale, un’istituzione di riferimento nella gestione delle emergenze sanitarie animali. Faranno parte del gruppo di lavoro anche il Dipartimento sanità-servizio sanità veterinaria e sicurezza degli alimenti, il Dipartimento agricoltura e i servizi veterinari delle Asl regionali competenti.
Nonostante l’attivazione della task force, il quadro epidemiologico presenta criticità crescenti. I focolai sono aumentati di circa dieci unità rispetto alla scorsa settimana, confermando la progressione della malattia. La diffusione del virus, veicolato da moscerini, preoccupa gli allevatori, già duramente colpiti dai costi legati all’abbattimento dei capi infetti, ai cali di produzione e al blocco della movimentazione degli animali.
La blue tongue, pur non essendo trasmissibile all’uomo e non compromettendo la qualità dei prodotti, rappresenta una seria minaccia economica per il settore ovino abruzzese. La Coldiretti Abruzzo aveva già denunciato il rischio di un «colpo mortale» per un comparto storico e fragile della regione. Il direttore generale dell’Istituto zooprofilattico, Nicola D’Alterio, ha confermato l'aggravarsi della situazione, sottolineando la diffusione capillare del virus. «Ci sono focolai anche nella provincia di Chieti», ha spiegato il direttore generale D’Alterio, «tutta la regione è colpita. Sono stato contattato dall’assessore e già dalle prossime ore ci metteremo al lavoro per la task force interdipartimentale e multidisciplinare per la gestione dell’emergenza blue tongue».
Al momento, la vaccinazione, ritenuta dall’Istituto zooprofilattico l’unica soluzione realmente efficace, rimane una scelta a carico degli allevatori, con costi di 3 euro a dose e un richiamo a tre settimane di distanza. Nonostante le raccomandazioni dell’Istituto, la Regione non ha ancora avviato una campagna vaccinale obbligatoria. Le Asl continuano a puntare su repellenti e pesticidi, il cui uso è raccomandato e diventa obbligatorio in caso di infezione accertata o sospetta.
La movimentazione del bestiame richiede il consenso preventivo del veterinario della Asl, mentre l'interramento delle carcasse è ammesso previa autorizzazione del sindaco e nel rispetto delle procedure di tutela della salute pubblica.