Erosione, a rischio la stagione balneare

Fab-Cna sollecita le amministrazioni comunali a invocare lo stato di calamità naturale

PESCARA. Erosione della costa, i balneatori aderenti alla Cna chiedono lo stato di calamità naturale. Nel periodo natalizio, il fenomeno ha colpito soprattutto il litorale teramano dove la sera della vigilia, con il mare forza 7, le onde hanno mangiato metri e metri di arenile.

Ma è il bilancio di una intersa stagione ad alimentare forti timori. «I Comuni chiedano al più presto alla Regione la dichiarazione dello stato di calamità naturale. A sostenerlo è il segretario regionale della Fab-Cna, Cristiano Tomei, secondo il quale occorre che i consigli comunali dei centri colpiti assumano una posizione unitaria, ancor meglio se in seguito a sessioni congiunte delle assemblee elettive.

«I centri investiti dai fenomeni erosivi, che sono almeno il 50 per cento dei diciannove centri costieri regionali» sostiene ancora Tomei, «devono chiedere subito alla Regione interventi strutturali più decisi, come la sistemazione di scogliere rigide». Come dire che risulta ormai insufficiente il semplice «ripascimento morbido», sistema cui spesso si è fatto ricorso nel recente passato. «Sistema», afferma il segretario dell'associazione dei balneatori, «che in casi come questo non può funzionare. Gli interventi-tampone non hanno più alcun senso, se non a sperperare danaro pubblico».

Da qui la richiesta di misure più drastiche. A detta della Fab, che proprio il 24 dicembre scorso ha effettuato un lungo e accurato sopralluogo nei diversi centri colpiti, «i danni di maggiore entità sono stati riscontrati lungo la costa teramana, dove si calcola che la furia delle mareggiate abbia eroso almeno un paio di metri in profondità lungo diverse centinaia di metri di spiaggia». Il fenomeno ha riguardato in modo particolare la spiagge di Martinsicuro, Silvi e Pineto.

Ma segnalazioni di emergenza arrivano anche da diversi centri del Chietino colpiti in modo significativo. «Se non si interviene in tempo», afferma Tomei, «c'è il rischio concreto di distruzione per aree strategiche del turismo balneare, quindi con gravissime ripercussioni sulla prossima stagione balneare». Per Tomei, la parola passa adesso ai sindaci dei centri colpiti. «E'necessaria l'attivazione delle amministrazioni locali, affinché la Regione intervenga intanto per il risarcimento dei danni subiti dalle strutture pubbliche e private. Poi, con la richiesta di interventi a carattere definitivo». (cr.re.)

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