Fondi a piccoli Comuni abruzzesi: avviso pubblicato e subito ritirato

11 Ottobre 2025

Critiche per il criterio cronologico adottato. Ora le amministrazioni avranno più tempo per le domande, D’Annuntiis: «Nessun favoritismo». Berardinetti (Uncem): «La sensazione era che qualcuno sapesse»

L’avviso pubblico da otto milioni di euro destinato ai Comuni abruzzesi con meno di 30mila abitanti, pubblicato e ritirato nel giro di poche ore, è diventato il nuovo terreno di scontro politico in Regione. Al centro delle contestazioni, il criterio cronologico adottato per l’assegnazione dei finanziamenti: chi protocolla prima la domanda ottiene i fondi, fino all’esaurimento delle risorse. Un sistema che, secondo Ali Abruzzo, Uncem e Partito Democratico «premia i Comuni più rapidi o meglio informati», anziché i progetti più validi. Di fronte al dilagare delle critiche, l’assessore ai Lavori Pubblici e alle Infrastrutture ha deciso di ritirare l’avviso e ripubblicarlo ma senza modificare il meccanismo di base. A difendere la scelta è l’assessore Umberto D’Annuntiis, che respinge le accuse di scarsa trasparenza: «È una procedura che non lascia discrezionalità alla giunta», spiega, «tutti partono allo stesso livello. I criteri restano cronologici proprio per garantire imparzialità. Non c’è nessun favoritismo: chi presenta per tempo la domanda, nel rispetto dei requisiti di legge, accede ai fondi». D’Annuntiis sostiene che il bando “a sportello” consenta pari opportunità a tutti i Comuni, aggiungendo che la tempistica ridotta «non penalizza nessuno» e che la formula è «in linea con molti bandi ministeriali». Il nuovo avviso, online da ieri sul sito della Regione Abruzzo (www.regione.abruzzo.it) nella sezione “Contributi e finanziamenti” scade mercoledì 22 ottobre. Potranno partecipare i Comuni con popolazione residente, al 1° gennaio 2025, inferiore a 30.000 abitanti, presentando una sola istanza per un solo intervento, fino a un importo massimo di 500mila euro, per opere rientranti nelle finalità previste dalla legge 30 dicembre 2018. La nuova pubblicazione del bando non basta però a spegnere il malcontento politico. «Grazie al nostro pronto intervento e all’azione dei consiglieri regionali di minoranza, finalmente la Giunta ha ritirato e rivisto l’avviso per la concessione di finanziamenti ai Comuni destinati a progetti di rigenerazione urbana, efficientamento energetico, connettività per la mobilità sostenibile e infrastrutture sociali», commenta Angelo Radica, presidente di Ali Abruzzo. Radica riconosce come positiva la riapertura dei termini – ora fissata fino al 22 ottobre – che «dà un margine di tempo a tutti i Comuni per presentare le richieste, evitando vantaggi per chi aveva ricevuto la notizia in anticipo». Ma avverte: «Auspichiamo che d’ora in poi tutte le procedure seguano davvero i principi di trasparenza e imparzialità, che finora non sono stati rispettati». Ben più duro il giudizio del consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci (Pd), che parla apertamente di «scandalo politico e amministrativo».

«Quel bando», accusa, «era costruito per favorire pochi Comuni amici, a discapito di tutti gli altri. È vergognoso che una misura nata per sostenere i territori più fragili si sia trasformata in una gara a chi cliccava più veloce col mouse. Legare l’assegnazione di fondi pubblici all’ordine cronologico delle domande è un insulto alla trasparenza e alle pari opportunità». Secondo Pietrucci, il sospetto è che alcune amministrazioni fossero state avvisate in anticipo. «Se l’avviso è stato pubblicato alle 15 e un minuto dopo alcuni Comuni avevano già protocollato progetti completi, vuol dire che qualcuno era stato informato prima». Il presidente di Uncem Abruzzo, Lorenzo Berardinetti, ha espresso infine forte rammarico per la mancanza di criteri che tutelino i territori più svantaggiati: «Avrei dato priorità ai comuni montani sotto i 3.000 abitanti con almeno il 50% delle risorse destinate a contrastare lo spopolamento e garantire servizi in aree fragili. Così com’è, il bando non garantisce equità», ha dichiarato. Criticata anche la modalità “a sportello”, che favorirebbe chi era già a conoscenza dell’avviso: «Si è avuta la sensazione che qualcuno già sapesse. Appena pubblicato, molti comuni avevano già presentato domanda». Ma il punto più controverso per l’organizzazione che unisce e rappresenta i comuni montani è la scarsità di documentazione richiesta: «Si può partecipare con un semplice foglio, senza un minimo di progettualità. Così non si capisce come vengano valutati gli interventi», chiosa Berardinetti.