G8, Pedicone: "Hanno visto il catalogo e mi hanno detto: bravo, lavora"

Intervista a Giulio Pedicone (Las) che racconta l’appalto da 300mila euro per i tavoli del G8. L’imprenditore non toglierà il nome di Chiodi dal collegio sindacale e afferma: "Nessuna incompatibilità"

L’AQUILA. «Ho portato un catalogo. Ho detto: se volete vi dò una mano. Ho fatto uno sconto del 60%. Tornato in macchina, ero ancora in autostrada quando mi hanno richiamato: vieni per quel lavoro». Giulio Pedicone, 70 anni, «ma lavoro da quando ne avevo 11», non ci sta a passare per l’imprenditore che ha preso l’appalto da 300mila euro perché «amico» del commissario Chiodi, che fa parte, da supplente, del suo collegio sindacale. Il re del mobile, a capo di una holding che sfiora i 100 milioni di fatturato l’anno, racconta come ha vinto l’appalto per il G8.

Pedicone, ha fatto i tavoli del G8 aquilano perché è amico di Gianni Chiodi?
«Se penso che, per prendere questo lavoro, non ho chiamato nessuno... Si dovrebbero solo vergognare. Parlo di chi lo dice. Se la prendono con una persona che non c’entra niente. Mi sono presentato da Borrelli (il funzionario della Protezione civile Angelo, ndr), con un catalogo e gli ho detto: faccio questo lavoro. Se volete vi dò una mano. Altre persone non c’entrano. Neanche li conoscevo. Per la mia azienda quel lavoro lì è una mezza giornata, visto che fatturiamo, al giorno, 500mila euro. Ho 500 dipendenti. Se davvero ero uno potente, sponsorizzato, avrei vinto l’appalto per gli arredi delle case, dove mi sono presentato con altre due aziende, l’Aran e la Barnabei. Una gara seria, europea, senza tranelli e senza raccomandazioni. Lì ci volevano dei paletti ben precisi, come l’aver già lavorato per lo Stato. Io, invece, di gare pubbliche ne faccio pochissime. Io lavoro con i commercianti. Insieme alle altre imprese, sono arrivato al settimo posto. Altro che conoscenze importanti...».

Quindi, niente gara?
«Certamente, niente gara. Procedura d’urgenza. Hanno valutato sulla base del catalogo e della proposta vantaggiosa fatta. Io non conoscevo nessuno. Si era in periodo di emergenza quindi la chiamata è stata diretta. Nessuna violazione, tutto scritto. Un lavoro da 270mila euro più Iva. Ripeto, meno di una giornata di lavoro. Io non ho bisogno di clientelismo».

Chiodi, presidente della Regione e commissario per la ricostruzione, fa parte del suo collegio sindacale. Visti i ruoli istituzionali e il momento storico, ha mai pensato di sostituirlo con altro professionista?
«Sì, ci ho pensato. Ma poi, siccome ho accertato che non c’era incompatibilità, ho deciso di lasciarlo. Chiodi, per me, non ha mai lavorato. Nel collegio, come supplente, ci sta dal 1998. Me lo presentò un vecchio commercialista che ora non c’è più. Politicamente siamo vicini? Ognuno ha le sue idee. Non mi ha mai chiesto nulla. Né lavori, né voti».

Cos’ha realizzato la sua azienda, la Las, per il G8 di Coppito?
«Abbiamo fatto il tavolo dove hanno mangiato i grandi della terra. Poi abbiamo realizzato quelli per gli incontri tra le delegazioni straniere. Eppoi salotti, divisori, imbottiti, sedie. Alcuni di questi pezzi, roba piccola da 50-100 euro, l’ho rivista in alcuni uffici come alla Regione. In un primo momento si era parlato di un contratto per uso affitto. Invece poi tutta la roba è rimasta all’Aquila. L’hanno messa in varie strutture. Io, per gli aquilani, ho dato 5mila materassi gratis, ad Avezzano. Poi ne ho ospitati tanti all’Acquapark, che è mio: vitto e trasporto. Mica mi serve pubblicità!».

(e.n.)