ABRUZZO

Gruppi Regione, irregolarità nelle spese di Forza Italia e Ncd

Rilievi su consulenze, affitti senza giustificativi, manifesti: gli azzurri hanno già restituito i 12mila euro contestati

PESCARA. Lettere di conferimento di incarichi professionali prive di data, consulenze esterne contabilizzate come spese per il personale del gruppo, affitto di una sala riunioni senza documentazione giustificativa, spese di comunicazione istituzionale nel periodo antecedente il referendum, periodo nel quale questo tipo di attività era vietata. Sono questi, tra gli altri, i motivi per i quali la sezione regionale di controllo della Corte dei conti ha dichiarato parzialmente irregolare il rendiconto 2016 del gruppo consiliare di Forza Italia.

La sezione ha quasi completato l’esame dei bilanci degli undici gruppi consiliari presenti in Regione. All’appello, infatti, manca ancora il parere per il gruppo di “Abruzzo Civico”. Nessuna irregolarità è stata riscontrata nei rendiconti di Centro democratico, Idv, M5S, Pd, Gruppo Misto, Regione facile, Sel e Abruzzo Futuro. Oltre a Fi, anche Ncd non ha passato l’esame della Corte dei conti. Anche in questo caso, infatti, la verifica si è conclusa con una dichiarazione di parziale irregolarità, ma se Forza Italia ha già provveduto a restituire integralmente le somme irregolari (12.507 euro), lo stesso non può dirsi per Ncd (1.282 euro), tant’è che i giudici hanno trasmesso copia della delibera al presidente del Consiglio regionale, affinché ponga in essere «le misure necessarie a dare corso agli obblighi restitutori». In caso di «persistente, mancata restituzione», il fascicolo passa alla Procura della Corte dei conti.

Tra i rilievi mossi al gruppo di Forza Italia figurano anche corsi di formazione per dipendenti di agenzie interinali private, oppure fatture per pagamento di contenzioso, sempre ad agenzie interinali, senza specificarne la natura. «Particolari criticità gestionali», scrivono i giudici della sezione, che hanno poi causato notevoli ostacoli in sede di controllo, sono emerse nella gestione della liquidità. Oltre a un ingente ricorso ai pagamenti in contanti - con una prassi, quindi, contraria al disciplinare del Gruppo - anche nel 2016 sono stati riscontrati trasferimenti intermediati dal presidente; ciò ha determinato una confusione delle risorse pubbliche, sebbene temporanea, all’interno delle disponibilità di quest’ultimo. Già nel precedente esercizio tale approccio era stato oggetto di censura da parte della Corte, invitando il Gruppo ad astenersi dal reiterare questo tipo di transazioni. Le stesse, invece, sono proseguite nel 2016 non consentendo una piena tracciabilità dei flussi». Tra i rilievi mossi a Ncd, invece, il pagamento per un redazionale su un mensile, attività di comunicazione istituzionale nel periodo vietato, a ridosso del referendum, spese per riprese televisive e stampa di manifesti e locandine.