Honda, scontro sul futuro Fim e Fiom: Uilm sbaglia

I segretari Bologna e Di Rocco: inopportuno lanciare allarmi alla cieca Lunedì l’incontro con la dirigenza aziendale sulla produzione ad Atessa

ATESSA. «Lanciare allarmi a pochi giorni da un importante incontro con la dirigenza aziendale non ha senso e non porta alcuna utilità per i lavoratori, bisogna lavorare uniti per il futuro della Honda». Non ci stanno Fim e Fiom ad essere tacciate dal segretario provinciale della Uilm, Nicola Manzi, di non fare nulla per evitare il collasso definitivo della Honda, da mesi in gravi difficoltà dal punto di vista della produzione.

A giorni, esattamente il 2 luglio, è previsto un incontro che sarà decisivo per stabilire le sorti dell'unico stabilimento europeo del colosso giapponese delle due ruote. La dirigenza italiana e giapponese verrà a spiegare ai sindacati il piano produttivo per i prossimi tre anni.

«I numeri esplicitati da Manzi li conosciamo già», critica Marco Di Rocco, segretario provinciale della Fiom, «siamo tutti preoccupati per il futuro dello stabilimento di Atessa, ma dobbiamo prima conoscere quali sono le reali intenzioni della casa madre giapponese prima di lanciare allarmi».. «Con la dirigenza Honda», ricorda ancora Di Rocco, «abbiamo sempre dialogato e costruito insieme accordi virtuosi per salvare il lavoro. Lunedì prossimo l'azienda verrà a spiegarci che cosa farà per i prossimi tre anni, mentre in Sevel non sappiamo che cosa succede a luglio: la stessa domanda sul futuro perchè Manzi non la fa a Marchionne?». «Non è assolutamente vero che tutto tace dal fronte sindacale», interviene Domenico Bologna, segretario provinciale della Fim-Cisl, « da mesi la segreteria regionale e generale e perfino il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, sono stati interessati della questione Honda: stiamo tutti lavorando per salvare lo stabilimento». Di certo c'è che la situazione è difficile nella fabbrica di contrada Saletti. A luglio inizia la cassa integrazione che si abbina alle ferie fino al 3 settembre e per l'autunno le previsioni non sono rosee. Sempre a settembre la produzione dei modelli Sh 125 e 150, che hanno fatto la storia degli scooter in Italia e nel mondo, passerà da Atessa al Vietnam.

Nello stabilimento abruzzese resta solo l'assemblaggio con il pericolo concreto che operai ed ingegneri specializzati sulla realizzazione dei motori devono trovare altre mansioni o addirittura un nuovo posto. Nel frattempo, a causa del crollo mondiale delle vendite delle due ruote, i volumi sono scesi drasticamente. E dei 13 nuovi modelli previsti dalla casa giapponese, ad Atessa arriveranno quelli meno appetibili sul mercato: i nuovi scooter low cost Pcx 125 e 150 e il nuovo Vision 50. Maestranze e sindacati si aspettano invece delle maxi moto, le uniche che hanno un appeal sicuro sul mercato e un grosso margine in termini di guadagno e di immagine.

Daria De Laurentiis

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