<strong>Vertenza Villa Pini. </strong>Rinviata la decisione del tribunale di Chieti. Il legale storico della famiglia Angelini in una causa di pignoramento

I giudici fallimentari non sciolgono la riserva

L’avvocato Ciprietti compare nella lista dei creditori: «Ho gli stessi diritti degli altri lavoratori»

PESCARA. La vertenza Villa Pini segna il passo. Al tribunale di Chieti non si è ancora sciolta la riserva dei giudici riuniti in camera di consiglio per l’udienza fallimentare del gruppo sanitario. Crac o altre forme di amministrazione controllata, tutto resta da decidere.
Esaurita la carica della protesta, testimoniata martedì dai lavoratori della clinica dopo due giorni di sciopero e dalla presenza massiccia di pazienti e familiari nella platea del consiglio regionale straordinario, l’attesa resta concentrata su quale sarà la decisione del tribunale teatino dopo la richiesta di fallimento presentata al collegio dal pm Pietro Mennini. La riserva potrebbe essere sciolta oggi, ma non sono esclusi ulteriori margini di riflessione da parte del collegio (Spiniello, Ceccarini, Valletta) considerata la grande complessità del caso in esame.

Fa certo impressione che nella lista dei creditori di Villa Pini figuri anche il nome di Sabatino Ciprietti, l’avvocato pescarese di prima linea della famiglia Angelini. La notizia alimenta grande curiosità negli ambienti giudiziari, corre veloce e solleva dubbi sulla solidità dei rapporti tra Villa Pini e l’avvocato che da sempre ne cura gli interessi legali. A smontare il circolo delle «favole metropolitane» è lo stesso penalista, che risponde senza remore e si dice persino sorpreso di alcune conclusioni frettolose. Fatto è che in una causa di pignoramento crediti per un milione 800mila euro, intentata da una ditta fornitrice della clinica, l’avvocato si è presentato assieme ad altri creditori di Angelini.

«Molti si chiedono perché non sono comparso nell’udienza fallimentare come legale della casa di cura», dice Ciprietti, «eppure il motivo è semplice e non dovrebbe ingenerare equivoci. Ho avuto un incarico legale da Chiara Angelini ma dal momento in cui subentra l’amministrazione giudiziale del dottor Sergio Cosentino il mio mandato non è più coerente. Per questo ho rinunciato. Mi sono comportato come avrebbe fatto qualsiasi altro civilista e penalista, perché questa è la decisione professionalmente più giusta». Ciprietti liquida la storia del credito. «Non ho presentato nessun atto ingiuntivo», spiega, «certo che anch’io sono creditore, come lo sono tutti i dipendenti di Angelini, con la differenza che loro sono privilegiati e io di seconda fascia. Mi sono semplicemente infilato in una procedura pendente iniziata da altre aziende».

A quanto ammontano le spettanze? «Non ho fatto la nota spese. Potrebbero essere 100, 200 persino 500mila euro ma è un conto che non ha senso, perché continuo a curare gli interessi legali di Angelini. Sono io che mi occupo delle cause con le Asl per riavere i crediti che spettano all’azienda, quindi ai lavoratori». Nessun rapporto fiduciario tradito? «Ci mancherebbe altro! I miei rapporti sono e continuano a essere quelli che sono sempre stati: da cliente a avvocato».