Il Futurismo secondo Aligi Sassu in mostra a Teramo

L’allestimento e a cura di Alfredo Paglione e propone quadri del periodo giovanile.

«Sassu futurista» è il titolo della mostra, inaugurata nei giorni scorsi, che resterà aperta fino al 31 luglio nella la sala Carino Gambacorta della Banca di Teramo Bcc in via Crucioli 3. L’ingresso è libero. E’ una grande esposizione di opere di Aligi Sassu per celebrare i 100 anni dalla pubblicazione del Manifesto del Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti. La mostra raccoglie 72 opere del grande maestro milanese morto nel 2000 all’età di 88 anni. L’allestimento è a cura di Alfredo Paglione, il gallerista di Tornareccio, cognato di Sassu. Si tratta di quadri che Sassu realizzò negli anni giovanili, dal 1927 al 1931. Le opere esposte raccontano l’incontro di Sassu con Marinetti, avvenuto quando il pittore aveva solo quindici anni. Un incontro che, nelle parole di Ada Masoero, curatrice del catalogo della mostra, insieme a Vicente Sassu Urbina e Fabrizio Sclocchini, «mutò il corso della sua vita». Il fondatore del Futurismo lo preso talmente a cuore che lo invitò, appena sedicenne, a esporre alla Biennale di Venezia. Sassu nacque a Milano nel 1912 ed era figlio di Antonio Sassu, sardo, che nel 1894 era stato uno dei fondatori del Partito socialista italiano. Il padre, legato da una forte amicizia a Carlo Carrà, lo condusse, nel 1919, a soli 7 anni, all’Esposizione nazionale futurista alla Galleria Moretti di Palazzo Cova a Milano, che vedeva riuniti i più grandi futuristi e le giovani leve.

Disegni monocromi e policromi, tempere, studi, illustrazioni: le 71 opere in esposizione a Teramo rappresentano un viaggio significativo in una fase che avrebbe influenzato significativamente l’esperienza artistica successiva di Sassu. Le sue opere, per i primi tre anni, furono ispirate al libro di Marinetti, «Mafarka il futurista», anche se il suo, è un futurismo che si distacca dagli anni ’10 perché, spiega Masoero, «da un lato, c’è il dinamismo plastico di Boccioni, dall’altro un futurismo legato alla macchina». Il senso del colore, infatti, anima le sue creazioni attraverso rossi pieni di vitalità ed energia, il verde, il cobalto, l’oro, il giallo: tutte tinte per «comporre un grido». «Questa esposizione», spiega Paglione, che ha curato l’allestimento insieme a Fabrizio Sclocchini, «è un’occasione per conoscere il lato artistico del Futurismo, nell’anno in cui tutta Italia rievoca questo movimento culturale.

Un aspetto cui Sassu contribuì in maniera incisiva, come dimostra la predilezione che lo stesso Marinetti gli accordò. Sono lieto di poter offrire soprattutto ai giovani questa bella occasione di crescita umana e culturale, nella certezza che la bellezza può contribuire a far rinascere questa nostra terra così duramente colpita dal sisma del 6 aprile scorso». «La mostra Sassu futurista» spiega Antonio Tancredi, presidente della Banca di Teramo, «è il nostro orgoglioso contributo in questa fase difficile della regione. Siamo certi che una nuova stagione artistica e culturale sarà possibile grazie alla collaborazione tra privati e istituzioni pubbliche, a tutto vantaggio della collettività».