Il Pd a congresso 5 candidati in corsa per la segreteria

Coppola, Rapino, Marzoli, Catena, Della Ventura hanno altre 24 ore di tempo per la raccolta delle firme

PESCARA. Si complica il cammino del Partito democratico verso il congresso. Domani scadono i termini per la presentazione delle candidature, accompagnate dalle firme. Lavoro non facile: i firmatari devono essere da 200 a 400 raccolte in due province e corrispondenti a tesserati 2013 che hanno rinnovato la tessera nel 2014, o a nuovi tesserati 2014 che si siano iscritti entro l’8 novembre, giorno di chiusura del tesseramento.

Se non ci saranno sorprese dell’ultima ora, i nomi saranno cinque o al massimo sei. Un numero che imporrà al partito un passaggio aggiuntivo in vista del congresso e delle primarie del 1° marzo: le convenzioni dei circoli chiamate a selezionare dalla rosa solo tre candidati destinati a sfidarsi al voto, e a presentare entro il 16 febbraio le liste collegate e i programmi.

I candidati impegnati sono i due vicesegretari Marco Rapino e Alexandra Coppola, il segretario organizzativo del partito Andrea Catena, il vicepresidente vicario del Consiglio comunale di Chieti, il renziano Alessandro Marzoli, l’aquilano Paolo Della Ventura, di area Civati, Starebbe maturando anche una candidatura teramana.

«Mi sto muovendo a 360 gradi su ogni provincia e ho scoperto realtà incoltivate», racconta soddisfatta Alexandra Coppola, l’unica donna della partita, renziana della prima ora, a lungo collaboratrice del consigliere economico di Renzi Joram Gutgeld. «Mi auguro che ora ci sia un momento di sintesi politica», riflette pensando al numero delle candidature, «per capire dove vogliamo andare. Perché dopo aver vinto in Regione, nelle Province e in tante amministrazioni locali, non ci possiamo permettere il lusso di fibrillazioni interne. Dobbiamo invece essere costruttivi e di sostegno alle amministrazioni».

L’augurio di Alexandra Coppola è che si evitino le convenzioni, quindi guerre personali e di territorio. La soluzione? Una moral suasion del gruppo dirigente del partito sui candidati per andare direttamente alle primarie. Quanto all’ipotesi di un candidato unitario che porti direttamente all’investitura senza primarie, Coppola è convinta che non ci sia più tempo: «Se si voleva questo bisognava pensarci prima, oggi con i candidati che raccolgono le firme è più complicato».

Le primarie dunque vanno fatte: «Sono la festa della democrazia, e anche come donna e come renziana mi auguro di poter essere giudicata dalla società civile e di essere messa in discussione in un congresso aperto».

Se il candidato unitario è soluzione difficile, sembra ormai impraticabile l’idea di un una proroga all’uscente segretario regionale Silvio Paolucci, oggi impegnato nel governo regionale come assessore alla Sanità e al Bilancio. Un’ipotesi caldeggiata nei mesi scorsi dal governatore Luciano D’Alfonso, ma sempre respinta da Paolucci, troppo impegnato in giunta.

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