magistratura

Il pm Giuseppe Bellelli capo della procura di Sulmona

Il magistrato lascia Pescara: ha guidato l’accusa del processo a Del Turco e quella di Bussi

PESCARA. Ha guidato l’accusa del processo sanità e anche quella di Bussi, il processo da poco finito nella bufera. Il sostituto procuratore della Repubblica di Pescara Giuseppe Bellelli sta per lasciare il quarto piano della procura di Pescara perché è stato nominato procuratore capo di Sulmona. Il Csm ha deliberato la sua nomina ieri.

La procura di Pescara perde così uno dei suoi punti di riferimento, il magistrato originario di Chieti che in questi anni si è occupato di reati contro la pubblica amministrazione e di quelli che riguardano le fasce deboli distinguendosi anche per le sue requisitorie ricche di citazioni: dalla canzone di Guccini che finì nel caso del ragazzo trovato morto sul litorale di Bari a De Andrè, Pasolini fino alla celebrazione dell’acqua di San Francesco con cui il pm aprì la requisitoria del processo sulla discarica di Bussi.

Bellelli ha fatto parte del pool del processo sanità, il trio all’epoca formato dall’ex procuratore capo Nicola Trifuoggi e da Giampiero Di Florio, da poco diventato procuratore capo a Vasto, e che portò nel 2008 all’arresto dell’ex presidente della Regione Ottaviano Del Turco. La sanitopoli abruzzese, il più importante processo della regione con un giro vorticoso di tangenti e con una giunta spazzata via dall’inchiesta, è terminata nel luglio 2013 con condanne pesantissime tra cui quella dell’ex governatore di centrosinistra a nove anni e sei mesi. Era stato Bellelli, in circa due anni di udienze del processo, a spiegare al tribunale cos’era accaduto nella sanità prima del 2008 occupandosi, quindi, della parte più tecnica del processo, di quella sanitaria.

Con il pm di Pescara Anna Rita Mantini, il pm ha invece guidato l’accusa del processo per avvelenamento delle acque, quello con al centro la discarica di Bussi. Il processo si è concluso nel dicembre dello scorso anno con l’assoluzione dei 19 imputati della Montedison dal reato di avvelenamento e con il reato di disastro doloso derubricato in colposo e dichiarato quindi prescritto. Eppure, tempo fa, un’ombra ha avvolto la sentenza del processo sulla discarica perché i giudici popolari hanno denunciato presunte pressioni aprendo un caso finito al Csm. (p.au.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA