Il Tar: niente fondi pubblici al gruppo Villa Pinibocciati i contratti con Maristella e SanStefar

Accolti i ricorsi dell’Aiop contro la Regione: c’è incertezza sul futuro dei 1.500 lavoratori

CHIETI. Si allargano le conseguenze dei ricorsi delle cliniche private contro Villa Pini e torna la paura tra i circa 1.500 dipendenti dell'ex gruppo sanitario di Vincenzo Angelini, da un paio di anni affidato alla curatela fallimentare dell'avvocato Giuseppina Ivone. Il Tar dell'Aquila ha, in pratica, esaminato e accolto anche i ricorsi relativi alle società Maristella e SanStefar, i centri della riabilitazione disseminati in Abruzzo, sospendendo di fatto gli accreditamenti assegnati dalla Regione.

Così, dopo il primo colpo inferto alla case madre Villa Pini, le conseguenze si amplificano facendo riemergere vecchi fantasmi per i lavoratori che, tra il 2009 e il 2010, rimasero per oltre un anno senza stipendio e che, solo dopo la dichiarazione di fallimento del gruppo Villa Pini, quindi con l'avvio dell'esercizio provvisorio, avevano cominciato a sperare in un ritorno alla normalità.

Si tratta di ricorsi fotocopia, le cui sentenze relative agli accreditamenti di Maristella e SanStefar sono state depositate venerdì nella cancelleria del tribunale amministrativo regionale. I giudici, così com'era avvenuto nel dicembre scorso per Villa Pini, hanno accolto la richiesta dell'Aiop (associazione delle cliniche private alla quale il gruppo Villa Pini non è iscritta) Pierangeli, Spatocco e Villa Serena, assistite dall'avvocato Tommaso Marchese, contro il riaccreditamento di Maristella e San Stefar, o meglio della curatela fallimentare di Villa Pini. Il Tar ritiene che le società facenti capo a Villa Pini non potessero essere riaccreditate perché non erano state sanate le condizioni relative al pagamento degli stipendi e dei contributi ai dipendenti. Condizioni che avevano indotto la stessa Regione (sulla base della legge numero 32 del 2007, modificata dalla numero 27 del 2009) a sospendere la convenzione.

Per il Tar sarebbe dunque stata violata la par condicio tra la cliniche concorrenti, perché «eventuali inadempienze non giustificate (e tollerate)» hanno dato origine «a vistose disparità di trattamento in favore dell operatore non corretto». Inadempienze, che sempre secondo il Tar, «non sono mai state rimosse». Nè vale il fatto che l'attuale curatela autorizzata all'esercizio provvisorio sia in regola con i pagamenti, «giacché», sostengono ancora i giudici, «è ovvio che tale correttezza si riferisca solo alle prestazioni successive all'autorizzazione dell'esercizio provvisorio», mentre restano le contribuzioni non versate «e invece imposte agli altri operatori».

Anche per Maristella e SanStefar, le sentenze del Tar annullano dunque i provvedimenti della Regione e, com'è già accaduto per Villa Pini, la sequenza prevede che la Regione si appelli al Consiglio di Stato, mentre le cliniche ricorrenti potrebbero chiedere un risarcimento danni. Ipotesi che tuttavia l'avvocato Marchese ritiene per il momento prematura, rinviando la questione a «una valutazione successiva». (cr.re.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA