In ufficio a 77 anni, oggi la firma

Motorizzazione, Ambrosini torna alla direzione
CHIETI. A quasi 10 anni dal pensionamento e dopo 15 anni dal ricorso (vinto) contro il ministero dei Trasporti per una sospensione di tre mesi, Antonio Ambrosini torna, a 77 anni, a dirigere l’ufficio della Motorizzazione civile di Chieti.
Questa mattina si svolgerà il passaggio di consegne con l’attuale direttrice facente funzione, ci sarà la firma dei registri e quindi il passaggio ufficiale dell’intero ufficio sotto le cure dell’ingegnere pescarese. Ambrosini saluterà i vecchi colleghi d’ufficio, finalmente riabbracciati, («quelli che un tempo erano giovani e che ritrovo più anziani, mentre altri sono in pensione da anni e qualcuno purtroppo è morto»). Poi uscirà per andare a salutare il prefetto e forse il procuratore («perché così si fa quando si prende la direzione di un ufficio»), quindi prenderà posto dietro alla scrivania. Ma con lo spirito di chi sa che l’incarico durerà solo 90 giorni, («saranno tre mesi tranquilli», assicura) perché, dice Ambrosini, «per me la cosa più importante è aver recuperato la mia moralità, per la cui difesa ho rinunciato ad avere l’indennità di liquidazione».
L’ingegnere torna infatti nel suo ufficio sulla base di un ricorso presentato contro la sospensione decisa nel 1994 dal ministero dei Trasporti a seguito di una indagine nel quale l’ingegnere era coinvolto e dalla quale risultò estraneo. Nel maggio 2009 una sentenza del giudice del Lavoro di Pescara Di Paolantonio ha accolto il ricorso dichiarando il diritto di Ambrosini a essere «riammesso in servizio per un periodo pari alla sospensione ingiustamente subita, con il medesimo trattamento giuridico ed economico a cui avrebbe avuto diritto in assenza della sospensione».
La riammissione al lavoro vale anche se si sono superati i limiti di età, come stabilisce la legge 350 del 2003, che indica l’obbligo di reintegro al lavoro «anche in deroga ad aventuali divieti di assunzione» previsti dall’ordinamento dell’amministrazione interessata. È per questo che Ambrosini si ritrova di nuovo in ufficio alla felice età di 77 anni (un fatto davvero inconsueto segnalato dal Centro ieri, ripreso da Repubblica.it e dal Tg5).
L’ultimo incarico dell’ingegner Ambrosini prima del pensionamento nel 2000 è stato all’Utif, l’ufficio che si occupa dei controlli e dei collaudi dei trasporti su fune (è stato il suo ufficio a collaudare tutte le funivie e cabinovie dell’Abruzzo, delle Marche e del Molise).
Si è anche occupato delle verifiche sulle ferrovie secondarie, come la Sangritana («ho controllato i lavori della nuova ferrovia da San Vito a Lanciano»), quella della filovia di Chieti, ha studiato l’impianto della filovia sulla strada parco a Pescara («per primo mi sono interessato ai finanziamenti»). Dopo la pensione è stato presidente della commissione di collaudo dell’Interporto di Manoppello. Una lunga carriera che da oggi presenta una coda nuova e inattesa.
Questa mattina si svolgerà il passaggio di consegne con l’attuale direttrice facente funzione, ci sarà la firma dei registri e quindi il passaggio ufficiale dell’intero ufficio sotto le cure dell’ingegnere pescarese. Ambrosini saluterà i vecchi colleghi d’ufficio, finalmente riabbracciati, («quelli che un tempo erano giovani e che ritrovo più anziani, mentre altri sono in pensione da anni e qualcuno purtroppo è morto»). Poi uscirà per andare a salutare il prefetto e forse il procuratore («perché così si fa quando si prende la direzione di un ufficio»), quindi prenderà posto dietro alla scrivania. Ma con lo spirito di chi sa che l’incarico durerà solo 90 giorni, («saranno tre mesi tranquilli», assicura) perché, dice Ambrosini, «per me la cosa più importante è aver recuperato la mia moralità, per la cui difesa ho rinunciato ad avere l’indennità di liquidazione».
L’ingegnere torna infatti nel suo ufficio sulla base di un ricorso presentato contro la sospensione decisa nel 1994 dal ministero dei Trasporti a seguito di una indagine nel quale l’ingegnere era coinvolto e dalla quale risultò estraneo. Nel maggio 2009 una sentenza del giudice del Lavoro di Pescara Di Paolantonio ha accolto il ricorso dichiarando il diritto di Ambrosini a essere «riammesso in servizio per un periodo pari alla sospensione ingiustamente subita, con il medesimo trattamento giuridico ed economico a cui avrebbe avuto diritto in assenza della sospensione».
La riammissione al lavoro vale anche se si sono superati i limiti di età, come stabilisce la legge 350 del 2003, che indica l’obbligo di reintegro al lavoro «anche in deroga ad aventuali divieti di assunzione» previsti dall’ordinamento dell’amministrazione interessata. È per questo che Ambrosini si ritrova di nuovo in ufficio alla felice età di 77 anni (un fatto davvero inconsueto segnalato dal Centro ieri, ripreso da Repubblica.it e dal Tg5).
L’ultimo incarico dell’ingegner Ambrosini prima del pensionamento nel 2000 è stato all’Utif, l’ufficio che si occupa dei controlli e dei collaudi dei trasporti su fune (è stato il suo ufficio a collaudare tutte le funivie e cabinovie dell’Abruzzo, delle Marche e del Molise).
Si è anche occupato delle verifiche sulle ferrovie secondarie, come la Sangritana («ho controllato i lavori della nuova ferrovia da San Vito a Lanciano»), quella della filovia di Chieti, ha studiato l’impianto della filovia sulla strada parco a Pescara («per primo mi sono interessato ai finanziamenti»). Dopo la pensione è stato presidente della commissione di collaudo dell’Interporto di Manoppello. Una lunga carriera che da oggi presenta una coda nuova e inattesa.