In Val di Sangro la scuola di telemetria

Nasce il progetto legato all'automotive: qui i tecnici per il controllo delle moto da corsa

LANCIANO. Far nascere in Val di Sangro una scuola tecnica di formazione, legata all'automotive, per il controllo delle moto da corsa. È l'ambizioso progetto messo in cantiere dall'Iss Da Vinci-de Giorgio insieme alla Tecseo di Mozzagrogna, un ente di formazione legato alla Rossocromo, e alla Gi Group spa, una multinazionale di lavoro interinale con sede a Milano.

«Il progetto è una novità assoluta in Italia», afferma il preside Gianni Orecchioni, «poiché una realtà del genere esiste solo a Barcellona, in Spagna, nell'Istituto Monlau. Proprio un ingegnere di questa Scuola tecnica catalana e altri della Tecseo stanno facendo in questi giorni un corso per una decina di nostri studenti dell'Itis, tutti maggiorenni».

Il corso si chiama "Telemetria e prove di banco", si articola in 80 ore complessive da svolgere nel "Polo tecnico" di Mozzagrogna. Si tratta di acquisire i dati delle moto durante una corsa di prova e di rielaborarli al fine di migliorare la prestazione di gara. «In questo territorio non si trovano esperti di telemetria», spiega più in dettaglio l'ingegnere Gabriele Scalzi della Tecseo, «ed è il primo caso in Italia di formazione di questa categoria di tecnici, che speriamo di non dover più importare dal Nord. In questo settore», continua Scalzi, «le persone impegnate vengono da anni di esperienza personale, che possiamo chiamare autoformazione. Noi, invece, stiamo realizzando un vero e proprio corso strutturato, diviso tra una parte iniziale teorica e una seconda pratica dotata di tecnologia moderna».

Le prove vengono attuate nell'autodromo di Ortona sulle moto Metakrit e Honda, dotate di particolari sensori Gps che trasmettono i dati a distanza rielaborati in grafici che diventano parametri di prestazione (temperatura del motore, sospensioni, velocità, pressione), utili ad intervenire sul posto o in officina. «E' un lavoro di nicchia, che però serve a riposizionarsi sul territorio, dove la realtà principale finora è la catena di montaggio, ed a confrontarsi a livello internazionale. E' l'inizio di una formazione culturale diversa da quella tradizionale. Si fa la pista, che è una bella struttura, e poi? Per il banco prova bisogna chiamare il tecnico da Milano, mentre noi vogliamo creare tecnici del posto, che in futuro possano essere chiamati a Milano».

Di uguale tenore, anche se da un diverso punto di vista, è l'opinione di Giuseppe Beretta, direttore operativo della Gi Group per Toscana, Emilia-Romagna, Marche e Abruzzo. «Il nostro tessuto industriale non può pensare di non investire sui giovani», rileva, «considerati gli allarmanti dati sulla disoccupazione giovanile forniti dall'Ocse. Noi crediamo nell'esperimento che si sta facendo a Mozzagrogna con questi ragazzi che, dopo il diploma, avranno la possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro in un settore nuovo e stimolante. Da diverse parti in Italia sono stati bruciati enormi fondi per la formazione giovanile, mentre qui vengono utilizzati dei fondi tramite la Forma Temp. Un Paese deve basarsi sulla forza-lavoro giovanile, se vuole avere un futuro».

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