Mauro Febbo, capogruppo di Forza Italia alla Regione

PESCARA

Inchiesta Sanità: dalle indagini su Febbo spunta mezzo milione di euro

La Finanza trova il denaro in una cassetta di sicurezza intestata a un parente stretto dell'ex assessore e attuale consigliere regionale di Forza Italia. Secondo Febbo i soldi sono frutto del suo lavoro e al magistrato chiarirà la loro provenienza

PESCARA. Assegni e contanti per un valore totale di circa mezzo milione di euro. E' quanto è stato trovato dalla guardia di finanza in una perquisizione nei confronti di Mauro Febbo, ex assessore e attuale capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale.

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Successivamente è emerso che i soldi sono stati trovati in una cassetta di sicurezza, custodita in una banca di Pescara, intestata a un parente stretto del consigliere regionale di centrodestra. Il denaro è stato trovato nell’ambito delle indagini effettuate dalla Finanza per conto della Procura di Pescara sulle attività dell’imprenditore pescarese della sanità Vincenzo Marinelli.

Mauro Febbo in questa inchiesta è indagato per corruzione in relazione alla realizzazione del polo oncologico dell’ospedale di Chieti. Gli inquirenti hanno trovato assegni per circa 270mila euro e contanti per 227mila euro. Soldi che secondo Febbo sarebbero frutto del suo lavoro professionale di tributarista. Nei prossimi giorni, così come lui stesso aveva chiesto tramite il suo legale, verrà interrogato dal magistrato ed avrà la possibilità di spiegare la provenienza di quel mezzo milione di euro.

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Nell’inchiesta figurano una ventina di indagati e fra questi anche altri quattro esponenti politici come Fabrizio Di Stefano, Lorenzo Sospiri, Sabrina Bocchino, tutti di centrodestra, e Silvio Paolucci del centrosinistra.

L'avvocato di Febbo, Massimo Cirulli, in una nota, oltre a precisare che il contenuto della cassetta "è interamente riconducibile all'attività professionale del cliente, ragioniere tributarista attivo da oltre quarant'anni", sottolinea che non si tratta, pertanto, "di profitto del reato di corruzione o di altro illecito". "D'altronde - continua il legale - il cliente era stato reso destinatario, nelle precedenti settimane, dell'avviso di proroga delle indagini preliminari, nel quale si ipotizzava la commissione del reato di corruzione. Se il contenuto della cassetta fosse stato di illecita provenienza, il cliente si sarebbe affrettato a prelevarlo, mentre a tanto non ha provveduto neppure a seguito dell'accesso eseguito dalla polizia giudiziaria, a riprova della sua buona fede". 

"Mauro Febbo riafferma, mio tramite, la sua totale estraneità ai fatti contestatigli: non soltanto non ha ricevuto dazioni corruttive od altrimenti illecite da parte di nessuno, ma ha fermamente avversato - come risulta documentalmente provato - il progetto di finanza relativo alla costruzione e gestione del nuovo polo oncologico presso l'ospedale di Chieti. Confida, pertanto, nella sollecita archiviazione del procedimento penale".

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