INCHIESTA URBANISTICAPosti di lavoro alla coop in cambio dei voti

Alla coop Agorà appalti in cambio di assunzioni volute dai politici. L’inchiesta sull’Urbanistica. A Penne sospesi i due consiglieri comunali arrestati. I politici indicavano le persone da assumere, l’imprenditore otteneva gli appalti

PENNE. Posti di lavoro alla cooperativa in cambio dei voti. Da un lato l’imprenditore privato favorito nel conseguimento di appalti per la gestione del sociale nell’area Vestina, dall’altro politici e personaggi con cariche istituzionali che vedono ricompensati le agevolazioni con l’impiego di soggetti politicamente loro vicini. Dall’inchiesta sull’Urbanistica, che ha portato tre giorni fa a 5 arresti e 30 indagati, viene alla luce l’ultimo scambio assunzioni-appalti-favori elettorali.

Un accordo a cinque sarebbe intercorso secondo l’accusa tra il sindaco di Farindola Antonello De Vico (Udc), il presidente del cda dell’istituzione per i servizi sociali Franco Mezzanotte, il sindaco di Penne Enzo Di Marcoberardino, il consigliere comunale ed ex assessore ai servizi sociali Femio Di Norscia e Daniele Mazzetti, presidente della cooperativa Agorà che aveva ottenuto l’appalto per l’erogazione dei servizi assistenziali alla cui gestione presidiava l’istituzione per i servizi sociali della Comunità montana vestina.

IL PATTO. L’intesa prevedeva che Mazzetti garantisse alla parte politica assunzioni, utilizzate dagli esponenti di partito come scambio per la ricerca del consenso elettorale. La parte politica s’impegnava a garantire all’imprenditore la concordata aggiudicazione degli appalti, che riguardavano la gestione di una Rsa in contrada Carmine di Penne, dei servizi di assistenza sociale e delle borse lavoro.

«Una vera e propria forma di controllo politico totalizzante sulle assunzioni», scrive il gip Maria Michela Di Fine, «con conseguente piegamento del consenso popolare e programmata e sistematica umiliazione delle prerogative dei cittadini». In un’intercettazione, Di Marcoberardino si lamenta per le iniziative «non concordate» prese da Mezzanotte sull’avviamento al lavoro all’interno dell’Agorà.

ELEZIONI. In un’altra telefonata, tra Di Norscia e una dipendente della coop interessata a un posto venutosi a liberare, il consigliere comunale spiega che si tratta di una questione che possono risolvere solo De Vico e Giancaterino e che lui non può fare nulla “in quota socialista”. Consiglia di contattare De Vico e di professare l’impegno ad aiutarlo per la campagna elettorale alla Regione (De Vico nel 2008 prenderà 3237 voti con il Pd e resterà escluso).

Successivamente, constatato che le sue preoccupazioni sulla possibile opposizione di Mezzanotte e sull’interesse di quest’ultimo a sistemare altra persona, erano infondate, Di Norscia afferma testualmente: «Ma Franco è un uomo di Antonello. Se Antonello gli dice che si deve fare così, si deve fare così...Franco non ci sistema niente. Se Franco ci deve sistema’ qualcuno, vuol dire che loro hanno preso qualche altra cosa da qualche altra parte. Sennò Franco non può...cioè, la si divide».

LA RSA
. Le intercettazioni documentano i rapporti per la realizzazione di una nuova Rsa tra Mazzetti, il sindaco di Penne e Di Norscia, che sollecita anche il versamento di un contributo per il Penne calcio. «Ciascuno dei pubblici ufficiali», sostiene il gip, avanza «specifiche richieste in favore di propri protetti. In particolare, Di Norscia metteva chiaramente in correlazione il suo impegno ad avvantaggiare Mazzetti nell’acquisizione della Rsa di contrada Carmine per ottenere possibilità di lavoro a persone da lui proposte».

Di Norscia: «Senti Daniele, quell’indirizzo, quel numero lo do...» Mazzetti: «Con lei ci ho già parlato, lo sa già. Io il 20 vi porto su la prima idea di progetto». Di Norscia: «Per che cos’è? Per il centro minori a rischio o per tutto?». Mazzetti: «Per tutto».

Di Marcoberardino chiede l’assunzione di una persona e il trasferimento di un’altra. Ma è soprattutto De Vico, sostiene il gip, ad adoperarsi. «La coop Agorà», recita l’ordinanza di custodia cautelare, «è un bacino di posti di lavoro per protetti di De Vico, che riceve da Mezzanotte assicurazioni che le assunzioni fossero di suo appannaggio».

L’UFFICIO DI PIANO
. Il 30 aprile 2008, scadono il contratto dei dipendenti dell’ufficio di piano dell’Istituzione per i servizi sociali e il mandato del direttore. Cominciano manovre tra gli indagati per riconfermare i dipendenti e nominare un direttore loro vicino che possa seguire la fase dell’indizione del nuovo bando di gara per l’affidamento dei servizi socio-assistenziali.
La scelta cade su Arturo Brindisi «già mostratosi fedele ai politici coinvolti e non alle istituzioni», scrive il gip. Commenta uno dei dipendenti al telefono con Di Norscia: «Va bò, ci sta il nuovo direttore, come si chiama? Brindisi». Di Norscia: «Arturo? Ma non sa che deve fare!». Il dipendente: Sì, va bò, ma scusa perché quando l’avete messo al Comune, manco lo sapeva che doveva fare, e che cambia?».

© RIPRODUZIONE RISERVATA