Industria, l'Abruzzo ha ripreso a crescere

Positivi tutti gli indicatori, tranne quello dell'occupazione. Soffre ancora L'Aquila
L'AQUILA. L'Abruzzo è una regione in ripresa, ma non in maniera omogenea e con luoghi di crisi perdurante. E' l'immagine dell'economia regionale che esce dai dati elaborati dal Cresa, Centro regionale di studi e ricerche economico-sociali abruzzese.
Il Cresa ha presentato l'indagine congiunturale sulle imprese manifatturiere relativa al quarto trimestre 2010, condotta su 363 imprese con almeno 10 addetti. I risultati evidenziano incrementi di produzione, export, ordini interni ed esteri, ma anche calo dell'occupazione,
soprattutto per le grandi imprese. «La provincia di Chieti migliora costantemente», ha spiegato il presidente del Cresa, Lorenzo Santilli, «come quella di Pescara, anche se con dati meno significativi. Anche Teramo si allinea al trend, mentre L'Aquila segna il passo e lascia intravedere periodi peggiori di questo, almeno nei prossimi sei mesi».
Un'analisi a parte è quella del cratere, sia per esplorare il livello di recupero dei danni fisici sia per testare l'utilizzo delle misure previste per il rilancio delle attività economiche. Il 46,5% delle imprese non ha ancora avviato interventi di riparazione e solo il 2,2% ha dichiarato di aver fatto largo ricorso agli strumenti di sostegno governativi e locali. Riguardo alla Zona Franca Urbana, quasi tre quarti degli imprenditori intervistati ritiene preferibili strumenti alternativi, come gli incentivi in conto capitale, seguiti da interventi sulle infrastrutture, su formazione e in conto interessi.
Complessivamente nella regione la produzione presenta un incremento del +11,5% rispetto all'anno precedente, un fatturato al +10,6%, un export al +12,1%, mentre l'occupazione è ancora in calo del -1,1%.
Migliorano le aspettative per il prossimo semestre, relative a produzione, fatturato e ordini esteri, sostanzialmente stazionarie quelle sull'andamento degli ordini interni. Restano pessimistiche le previsioni sulla tenuta dei livelli occupazionali. L'ottimismo vale però soprattutto per le grandi imprese, mentre le piccole e medie si mostrano più caute.
Per quanto riguarda i settori, il comparto dell'alimentare dopo un periodo di crescita ininterrotta, vede su base trimestrale contrazioni di fatturato, ordini e occupazione. Il tessile, abbigliamento e calzature pare essere uscito da un periodo difficile. Aumentano su base annua e trimestrale i valori di quasi tutti gli indicatori.
Per il legno e mobile cresce in modo significativo l'export. Il settore metalmeccanico presenta incrementi generalmente inferiori alla media regionale però aumenta l'occupazione.
Diffusi e consistenti incrementi nei mezzi di trasporto ad esclusione del portafoglio ordini esteri, che su base trimestrale aumenta in modo contenuto, e dell'occupazione, che su entrambi gli orizzonti temporali presenta variazioni negative peggiori della media regionale, ma gli operatori del settore prevedono forti incrementi nei prossimi sei mesi. (cr.re.)
Il Cresa ha presentato l'indagine congiunturale sulle imprese manifatturiere relativa al quarto trimestre 2010, condotta su 363 imprese con almeno 10 addetti. I risultati evidenziano incrementi di produzione, export, ordini interni ed esteri, ma anche calo dell'occupazione,
soprattutto per le grandi imprese. «La provincia di Chieti migliora costantemente», ha spiegato il presidente del Cresa, Lorenzo Santilli, «come quella di Pescara, anche se con dati meno significativi. Anche Teramo si allinea al trend, mentre L'Aquila segna il passo e lascia intravedere periodi peggiori di questo, almeno nei prossimi sei mesi».
Un'analisi a parte è quella del cratere, sia per esplorare il livello di recupero dei danni fisici sia per testare l'utilizzo delle misure previste per il rilancio delle attività economiche. Il 46,5% delle imprese non ha ancora avviato interventi di riparazione e solo il 2,2% ha dichiarato di aver fatto largo ricorso agli strumenti di sostegno governativi e locali. Riguardo alla Zona Franca Urbana, quasi tre quarti degli imprenditori intervistati ritiene preferibili strumenti alternativi, come gli incentivi in conto capitale, seguiti da interventi sulle infrastrutture, su formazione e in conto interessi.
Complessivamente nella regione la produzione presenta un incremento del +11,5% rispetto all'anno precedente, un fatturato al +10,6%, un export al +12,1%, mentre l'occupazione è ancora in calo del -1,1%.
Migliorano le aspettative per il prossimo semestre, relative a produzione, fatturato e ordini esteri, sostanzialmente stazionarie quelle sull'andamento degli ordini interni. Restano pessimistiche le previsioni sulla tenuta dei livelli occupazionali. L'ottimismo vale però soprattutto per le grandi imprese, mentre le piccole e medie si mostrano più caute.
Per quanto riguarda i settori, il comparto dell'alimentare dopo un periodo di crescita ininterrotta, vede su base trimestrale contrazioni di fatturato, ordini e occupazione. Il tessile, abbigliamento e calzature pare essere uscito da un periodo difficile. Aumentano su base annua e trimestrale i valori di quasi tutti gli indicatori.
Per il legno e mobile cresce in modo significativo l'export. Il settore metalmeccanico presenta incrementi generalmente inferiori alla media regionale però aumenta l'occupazione.
Diffusi e consistenti incrementi nei mezzi di trasporto ad esclusione del portafoglio ordini esteri, che su base trimestrale aumenta in modo contenuto, e dell'occupazione, che su entrambi gli orizzonti temporali presenta variazioni negative peggiori della media regionale, ma gli operatori del settore prevedono forti incrementi nei prossimi sei mesi. (cr.re.)
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