L’Abruzzo cerca posto agli immigrati

Oggi sono previsti altri 67 arrivi, l’obiettivo è superare l’emergenza con l’individuazione di hub per 400 letti

TERAMO. Dalla fase della prima accoglienza, quella di emergenza, alla fase gestionale ben programmata. Perché se non lo si fosse ancora capito, quella dei profughi che approdano sulle coste italiane in cerca di via di fuga e protezione dai loro Paesi in guerra (per lo più dalla Libia) o stretti nella morsa della povertà, sta diventando la normalità. E come tale dovrà essere gestita.

Non basta più un’organizzazione di tipo emergenziale quando si è di fronte a previsioni che parlano dell’arrivo, entro la fine dell’anno, di almeno 140mila profughi. Il Viminale cerca subito 10mila nuovi posti per accogliere altrettanti migranti, dei quali all’Abruzzo «spetta» il 2,4%: 240 persone. L’ottica è che tutte le regioni debbano fare la loro parte per sollevare soprattutto quelle del Sud dal peso dell’accoglienza dei migranti. Come? Sulla base del Piano straordinario nazionale ogni regione dovrà indicare una o più strutture permanenti capaci di accogliere centinaia di profughi. Anche l’Abruzzo. Lo dovrà fare a stretto giro, dopo che nelle scorse settimane tutte le prefetture hanno ricevuto una lettera del ministero in cui è stata fatta l’esplicita richiesta. Il governo intende creare una serie di «hub» («nodi di smistamento») regionali e interregionali per fronteggiare il flusso straordinario di cittadini extracomunitari. In Abruzzo la ricerca è partita, ma riguarda tutte le province eccetto il cratere sismico aquilano, in quanto il piano straordinario profughi esclude i territori colpiti dal sisma, dalle alluvioni e da altre calamità naturali.

Il compito di coordinare enti, istituzioni, sindaci, associazioni nel proprio territorio di competenza, è dei prefetti, sotto il coordinamento generale di quello del capoluogo di regione, Francesco Alecci. Tre i tavoli che si sono riuniti fino a ora, ai quale siedono anche Anci, Upi e i sindaci dei quattro capoluoghi, oltre al presidente della Regione; il prossimo si terrà il 5 settembre, quando si dovrà fare una prima cernita sulla ricerca. «Si tratta di strutture permanenti che presumibilmente potranno ospitare circa un totale di 400 persone», chiariscono dalla prefettura dell’Aquila, spetta al prefetto del capoluogo di regione presiedere i tavoli di coordinamento, al fine di realizzare a livello locale una strategia operativa definita, poi, dal ministero dell'interno. «Avere un’unica struttura permetterà di avere, secondo il prefetto di Teramo Walter Crudo, «una gestione e una procedura più snella».

Attualmente, invece, i profughi arrivati nei nostri Comuni secondo la distribuzione territoriale decisa dal governo per la prima accoglienza, sono ospitati in una miriade di strutture: alberghi, ma soprattutto associazioni di volontariato e Caritas, che devono garantire, per mezzo di una convenzione, tutti i servizi di assistenza alla persona: da quelli sanitari al sostentamento. Oggi, intanto, sono previsti nuovi arrivi a Pescara (37) e a Teramo (30), che si andranno ad aggiungere a quelli già presenti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA