CORONAVIRUS ABRUZZO

L'esperto: "Sì al cenone, ma pochi familiari o amici"

L'appello di Grimaldi, primario di Malattie infettive all'Aquila: "Ridurre il più possibile il numero dei partecipanti e usare il buon senso. Il vaccino? Salva la vita, ma non evita del tutto i contagi"

"Capisco sia impossibile immaginare un Natale senza cenoni e riunioni familiari e tra amici, ma almeno usiamo il buon senso e limitiamo i rischi": questo l'appello di Alessandro Grimaldi, primario del reparto di Malattie infettive dell'ospedale San Salvatore dell'Aquila, che non nasconde i timori degli esperti e dei medici in prima linea per gli effetti sul contagio e sulla pressione ospedaliera del Natale e di Capodanno. I due giorni di record di contagi alle porte del clou dei festeggiamenti, infatti, rischiano di far decollare i casi nelle prossime settimane e, di conseguenza, di accrescere il numero di pazienti ricoverati per Covid. Quindi da una parte l'esperto torna ancora una volta a chiedere alla popolazione di vaccinarsi e di vaccinare i bambini, dall'altra stila una sorta di guida utile per affrontare le festività senza rinunciare a cenoni, riunioni e locali, ma limitando i contagi.

Alessandro Grimaldi, primario del San Salvatore

LA SITUAZIONE. "Il numero di contagi degli ultimi giorni è preoccupante. Anche perché si stima che ci siano in circolazione altri due terzi di positivi "nascosti" ai tamponi, in quanto asintomatici o paucisintomatici", spiega l'infettivologo, "l'impennata è dovuta soprattutto a due fattori. Il primo è il fatto che il vaccino, pur limitando il contagio, non lo esclude del tutto. Il secondo è che il virus corre tra i bambini che vanno a scuola, che non hanno ancora copertura anticorpale grazie al siero anti-Covid: sapevamo che sarebbe accaduto, come ha dimostrato quanto accaduto nei mesi scorsi in Israele. Anche per questo dobbiamo vaccinarli: le esperienze degli altri paesi ci dicono che non ha effetti gravi. Lo ripeto: se avessi figli piccoli, li vaccinerei".

LE PREOCCUPAZIONI. Il primario dell'ospedale San Salvatore dell'Aquila aggiunge: "Fortunatamente al record di casi non si accompagna ancora una situazione di forte criticità negli ospedali, come invece accadeva prima dell'arrivo del vaccino. Il merito è proprio del siero, che ha salvato migliaia di vite, anche in Abruzzo. Non a caso, in ospedale vengono ricoverati soprattutto non vaccinati, oltre a qualche persona anziana e fortemente fragili con diverse malattie».Quindi i timori: «Vedremo tra due o tre settimane quale sarà l'effetto di queste festività e anche quello della variante sudafricana. Abbiamo qualche timore per la pressione ospedaliera, perché è chiaro che nei grandi numeri in tanti torneranno in ospedale. Per questo bisogna puntare fortemente sulla campagna di vaccinazione".

I CONSIGLI UTILI. Sia che siamo vaccinati e ancora di più se non lo siamo, dobbiamo cercare quindi di limitare il più possibile i rischi di contagiarci e di contagiare durante le festività", dice Grimaldi, "le parole d'ordine sono tre: vaccino, mascherina e distanziamento». Quindi nel dettaglio sugli eventi pubblici: "Bisogna evitare in tutti i modi la folla e situazioni pericolose. Bene la stretta sugli eventi pubblici in piazza. Nei locali c'è una sicurezza in più grazie all'obbligo e al controllo del Green pass, ma serve comunque attenzione". Poi sui cenoni e le riunioni familiari e tra amici: "La regola principale di cui tenere conto è questa: evitare di ritrovarsi in troppe persone e troppi nuclei familiari diversi. Non si può dire un numero, sta a ognuno usare buon senso, in questo come in tutte le altre misure per ridurre le possibilità di contagio. In generale in queste situazioni bisognerebbe evitare la presenza di chi non è vaccinato: loro rischiano più di tutti, perché hanno più probabilità di avere conseguenze gravi, ma rappresentano in ogni caso un veicolo di trasmissione del virus e un pericolo per gli altri. Queste persone dovrebbero eseguire almeno un tampone, preferibilmente molecolare che è più sicuro. Altro consiglio in eventi in contesti familiari è quello di cercare di garantire un minimo di distanziamento tra le persone e ogni tanto procedere con un ricambio dell'aria. E poi la mascherina: indossarla il più possibile per ridurre le probabilità di contagio". (l.t.)

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