La flessione maggiore nel settore dei servizi

Crescono le persone in cerca di occupazione, tiene il settore delle costruzioni

PESCARA. Nel terzo trimestre del 2010 l'Abruzzo registra una leggera crescita della disoccupazione passando dal 7,7% del 2009 all'8,4% (dato non destagionalizzato). Il tasso di attività è pari al 60,6% contro il 61,1% dello stesso periodo 2009. Il tasso di occupazione è di appena il 55,5%, inferiore di otto decimi di punto rispetto all'anno scorso. In termini assoluti gli occupati registrati nel terzo trimestre dell'anno in corso sono 492 mila contro i 499mila dello scorso anno. Nello stesso tempo sono diminuite di tremila unità le forze lavoro, passando da 541mila a 538mila. Aumkentate le persone in cerca di occupazione: da 42mila a 45 mila.

Guardando ai settori, l'agricoltura registra 21mila occupati, l'industria 142mila, i servizi 330mila. Tengono le costruzioni dove il numero degli occupati cresce da 42mila a 45mila probabilmente per effetto dei cantieri del terremoto. Le persone in cerca di occupazione sono in gran parte persone che hanno perso il lavoro o hanno avuto altre esperienze lavorative (36mila), mentre sono solo 9mila le persone in cerca di prima occupazione. A queste vanno aggiunte 19mila persone che non cercano lavoro ma sono disponibili a lavorare.

Secondo l'Isae i dati Istat sulle forze lavoro nel terzo trimestre «evidenziano una persistente debolezza della situazione occupazionale, con qualche segnale di stabilizzazione delle tendenze negative in determinate aree e settori». In particolare «i dati mostrano un deterioramento delle condizioni nel mercato del lavoro al Centro e nel Mezzogiorno, cui si accompagna una situazione sostanzialmente stazionaria nel Nord. Si ravvisano, inoltre, primi segnali di lieve miglioramento nel settore manifatturiero, che era stato maggiormente colpito dalla crisi occupazionale. Su base tendenziale si osserva una moderata crescita dei lavoratori temporanei». Secondo la Cisl i dati «confermano che giovani e donne sono la vera emergenza del nostro Paese».

La Cisl ritiene prioritario porre al centro dell'agenda politica la questione giovani e Sud, «costruendo attorno a tale obiettivo una strategia partecipativa e un confronto pragmatico. Bisogna dare vita nello specifico a politiche attive del lavoro a partire dalla formazione scolastica e universitaria, agire sul nesso formazione-lavoro, prevedendo incentivi fiscali e contributivi per le aziende che assumono al Sud».

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