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4 maggio

4 Maggio 2025

Oggi, ma nel 1944, nella frazione Monte Sant’Angelo di Arcevia, in provincia di Ancona, i soldati tedeschi uccidevano 24 civili quale rappresaglia contro l’intensa attività svolta dai partigiani impegnati nella guerra di liberazione dal nazifascismo, spezzone di coda del secondo conflitto mondiale, nell’area a 535 metri sul livello del mare intorno al monte Cischiano e nell’alta valle del fiume Misa. Soprattutto il gruppo resistenziale Mazzarini che faceva riferimento alla casa colonica della omonima famiglia proprio del già menzionato Monte Sant’Angelo.

Il clima era esasperato dal fatto che gli arceviesi chiamati alle armi erano stati 2500 e 150 di loro non avessero fatto ritorno alle proprie dimore (nella foto, particolare, il Monumento al partigiano, posto sotto ai giardini pubblici “Giacomo Leopardi”, opera commemorativa dell’eccidio che sarà realizzata da Romolo Augusto Schiavoni e verrà inaugurata il 10 maggio 1964, da non confondere col cippo della memoria posto nella zona più elevata di Monte Sant’Angelo). Altri 14 malcapitati del gruppo Sant’Angelo venivano passati per le armi delle “SS” germaniche a Montefortino, nello stesso giorno.

Altri 5 residenti del posto saranno giustiziati a Villa Santa Lucia il giorno seguente, 5 maggio, per rendere azione dimostrativa. E altre vittime ci saranno a Madonna dei monti. In totale i figli del Belpaese morti in quel frangente saranno 63. Le operazioni di vendetta, destinate a generare enorme clamore nel circondario marchigiano, erano coordinate, verosimilmente, dal generale della Ordungspolizei Jürgen von Kamptz, insediato a Spoleto, in quel di Perugia, che complessivamente aveva a disposizione 2mila militari divisi tra l’I SS-Polizei-Regiment 20, che era comandato dal maggiore Werner Wilcke, e il II Brandemburg 3, che agiva in coordinamento con i militi repubblichini del battaglione M IX Settembre.