La gita è vietata per lo studente tunisino

Sospeso per 14 giorni dopo una spinta ad una alunna e poi lasciato solo in classe

GIULIANOVA. Negata la gita scolastica al ragazzo tunisino giudicato troppo irrequieto dagli insegnanti di una scuola media di Giulianova. L’allievo era stato sospeso dalle lezioni per 14 giorni senza obbligo di frequenza per un episodio che si sarebbe verificato in classe.

L’alunno, con il braccio destro ingessato e con sole due dita utilizzabili, avrebbe dato un colpo sulla parte alta del viso di una compagna di classe che sarebbe caduta accusando poi dei forti dolori alla tempia. L’accaduto è stato annotato sul registro di classe e portato all’attenzione del collegio dei docenti.

L’organo scolastico, in data 11 marzo, ha emesso il verdetto della pesante sospensione che potrebbe essere un record per la scuola dell’obbligo. La madre del ragazzo si lamenta: «L’insegnante che ha stilato la relazione sui fatti non ha detto che mio figlio era stato precedentemente spintonato sbattendo sul radiatore dell’impianto di riscaldamento e che la reazione non è stata quella di un pugno, ma solo di un colpo».

La madre ammette la vivacità del figlio che a scuola ha collezionato oltre quaranta note, ma sottolinea che molte note «gli sarebbero state attribuite per trovare un capro espiatorio senza indagare in maniera approfondità». Ciò che ha fatto andare su tutte le furie i genitori è stato l’episodio che ha determinato l’emarginazione del ragazzo tunisino nell’ambito di una gita al Santuario dei Cappuccini organizzata per il giorno 26 marzo (visita alla Madonna dello Splendore).

Infatti, l’alunno alle dieci del mattino, rimasto solo in classe, ha telefonato alla madre chiedendo di voler tornare a casa. Così commentano i genitori: «Si è trattato di una grande umiliazione nei confronti di nostro figlio che non possiamo accettare in alcun modo. In questo modo è stato applicato ad un bambino un immotivato supplemento di punizione. Il ragazzo non ha fatto altro che piangere ci ha detto che è stata un’azione di razzismo e che in molti si comportano negativamente con lui perché tunisino».

Ma la madre va oltre: «Non permetterò a nessuno abusi di carattere psicologico su mio figlio che potrà anche non avere un buon profitto a scuola, ma non per questo da emarginare o colpevolizzare oltre il dovuto. Mio figlio è cittadino italiano e va trattato alla stessa stregua dei suoi coetanei». I genitori del ragazzo il 21 aprile scorso hanno recapitato via fax un esposto al Tribunale per i minori dell’Aquila raccontando la loro versione in merito ai vari episodi succedutisi, chiedendo attenzione e giustizia al magistrato competente in nome del loro piccolo. Gli stessi genitori, ormai decisi ad andare avanti, preannunciano una querela per razzismo ed altro nei confronti di una insegnante che non si sarebbe attenuta alla realtà dei fatti.

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