sanità pubblica

La Regione chiude 18 guardie mediche

Dottori e Comuni contro il decreto che prevede 18 chiusure: «Così si penalizza l’assistenza e si perdono posti di lavoro»

PESCARA. Non sarà solo un problema dei servizi sanitari sul territorio, ma ci saranno anche ricadute a livello occupazionale, con le chiusure preannunciate di 18 Guardie mediche regionali, tra le diverse Asl (a Pescara non ce ne sarà nessuna). Si tratta del provvedimento di chiusura dei Centri di assistenza continuativa, appunto le Guardie mediche, disposto dal decreto commissariale della Regione, nel 2013, allora presieduta da Gianni Chiodi. Il decreto prevede che dal prossimo primo ottobre, così come accadrà per la Asl di Teramo, mentre altre avranno già in parte provveduto, il rapporto tra numero di Guardie mediche e popolazione sia di una ogni quattromila abitanti circa.

I tagli nel Teramano colpiranno i comuni di Colledara, Bisenti, Castilenti, Castellalto, Nereto e Valle Castellana, mentre ci sarà un accorpamento tra Torricella e Rocca Santa Maria. I paesi del Chietino senza più Guardia medica saranno invece Scerni, Cupello, San Vito Chietino, Quadri, Palena e Celenza sul Trigno; mentre nell’Aquilano saranno Barisciano, Pizzoli, Gioia dei Marsi e Campo di Giove.

L’allarme sui risvolti occupazionali l’ha lanciato il presidente provinciale della Fimmg, la federazione dei medici di medicina generale, di Teramo, Ercole Core, medico di base a Mosciano Sant’Angelo. «Solo nella Asl di Teramo», fa sapere Core, «con la chiusura dei vari Centri di continuità assistenziale, saranno 23 i medici che perderanno il lavoro». Medici assunti presso le Guardie mediche con contratti a tempo determinato.

Un problema, aggiunge il medico sindacalista, che dovrebbe riguardare anche le altre Asl regionali. «Tranne», aggiunge, «probabilmente Pescara, visto che nella città adriatica nelle diverse sedi lavorano medici con contratti a tempo indeterminato».

«La situazione qui a Teramo», spiega Core per sottolineare come le chiusure rappresentino un intervento pleonastico, «è che in realtà, per quanto riguarda il rapporto tra il numero dei medici, che da noi sono più o meno 80, e la popolazione, siamo già nei parametri». «Il punto sul quale ci dovremmo interrogare», continua, «non è quello delle chiusure, quanto invece quello dell’assistenza sul territorio. Qui occorrono gli H16 e gli H 24», rimarca il medico riferendosi alle diverse modalità di assistenza medica.

Ma il punto, secondo Core, è anche un altro: «Nella Asl teramana ci sono aree territoriali disagiate dove il servizio scomparirà, mentre laddove si andrà a sopperire col 118, si creerà il problema dell’intasamento nei Pronto soccorso».

L’intervento del 118, infatti, implicherà poi un trasporto in ospedale. Un tema che rileva anche Marco Di Clemente, medico e segretario provinciale della Fimmg di Chieti. «Qui da noi si provvederà alle chiusure delle Guardie mediche interessate dal prossimo primo settembre», ricorda Di Clemente, che fa notare come alla Asl di Chieti abbiano provveduto, per potenziare il 118, a stipulare una serie di convenzioni, ma con enti di volontariato. «In altre parole, sulle ambulanze del 118 di questo tipo, senza nulla togliere alla preparazione dei volontari, non ci saranno medici», sottolinea, «alla Asl di Chieti hanno detto che provvederanno alla chiusura delle Guardie mediche solo dopo il potenziamento del territorio. Ma a nostro avviso il 118 non risolve il problema».

Quello decretato nel 2013 è un atto di programmazione – per il quale, va ricordato, che sui Centri di assistenza continuativa da tagliare hanno deciso le singole Asl - che non va giù agli operatori sanitari. Come anche al dirigente medico del 118 della Asl di Pescara, nonché vice segretario nazionale dello Smi, il sindacato medici italiani, Mirella Triozzi. «L’atto di programmazione», riflette Triozzi, «che tra l’altro sarebbe dovuto essere condiviso con i sindacati, avrebbe dovuto tener conto della situazione generale abruzzese, e l’attuale giunta regionale avrebbe dovuto rileggere le carte e pertanto prendere in considerazione altri provvedimenti».

E la critica verso un potenziamento del 118 per sopperire alle chiusure, arriva anche da Triozzi: «Il 118 svolge un lavoro diverso da quello delle Guardie mediche».

Quello che tuttavia a Triozzi preme sottolineare, è che con la chiusura delle Guardie mediche «si mette al rischio la salute dei cittadini».

Il provvedimento non è tra l’altro piaciuto neanche ad alcune amministrazioni comunali, come a un paio di Comuni del Teramano che hanno scelto la via del ricorso amministrativo contro il decreto del 2013. «Al Tar», riferisce ancora Core, «mi risulta che abbiano presentato un ricorso i Comuni di Castellalto e di Colledara».

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