L’Abruzzo sbarca a Parigi con fiadoni, pallotte e formaggi

5 Novembre 2025

Tosto “dona” tradizione: le tipicità culinarie alla fiera mondiale sul nucleare. Un migliaio di stand raccolti in 25 padiglioni nazionali con aziende che vengono da tutto il mondo

PARIGI. Parigi, zona nord. Ore 9.15. Il sole tiepido di inizio novembre riscalda questa parte di città che poco ha a che fare con l’immaginario collettivo della Capitale francese. Niente boulevard, tetti blu mansardati o grandi monumenti. Non è la Parigi storica della mezzanotte magica di Woody Allen, ma il suo cuore fieristico, che in questa giornata pulsa verso l’enorme spazio del complesso espositivo del Paris Villepinte. Al suo interno, migliaia e migliaia di persone riunite per la sesta edizione del World Nuclear Exhibition (Wne), la tre giorni europea dedicata a quella che tutti qui definiscono «l’energia del presente, ma soprattutto del futuro». La portata dell’evento, però, si amplia ben oltre i confini del Vecchio Continente. Sono un migliaio gli stand riuniti sotto la bandiera di 25 padiglioni nazionali che disegnano la cartina geografica globale di un settore senza frontiere, che si estende da Toronto a Pechino, passando per Nuova Delhi e Londra e arriva anche in Abruzzo, grazie allo stand della Walter Tosto.

Nel padiglione italiano il viavai è continuo. Sono decine i rappresentanti del nostro Paese qui. C’è chi progetta caschi ad alta sicurezza, chi mostra automi pronti a sostituire l’uomo, quanto meno nelle operazioni lavorative più complesse e pericolose. Molti rimangono stupefatti di fronte al cane robotico che si aggira ciondolando tra la folla. In questo contesto in cui sembra che il futuro si tocchi con mano, uno stand attira l’attenzione più degli altri. Visto da fuori, sembra un lounge bar dell’Upper east side di Manhattan. Dj all’ingresso, luci soffuse, bancone in legno chiaro con sgabelli in stile industrial. Ma basta entrare dentro per fare un salto di migliaia di chilometri e ritrovarsi in Abruzzo, tra gli odori e i sapori della tradizione tra fiadoni, pallotte cacio e ova, pecorino nostrano. Ma ad attirare i curiosi è il led che riveste la struttura.

Dall’interno si vede solo una rete metallica. Da fuori, però, è tutta un’altra storia. Immagini futuristiche di robot e automi si alternano con scatti che immortalano luoghi simbolo dell’Abruzzo, nascondendo chi è dentro lo stand. È così, con questa commistione tra innovazione e tradizione, che la Walter Tosto ha deciso di raccontarsi al Wne. L’azienda metalmeccanica di precisione abruzzese, specializzata nella componentistica nucleare, oggi è un colosso da 1.400 dipendenti, ma le sue radici sono ancora ben piantate nella terra dove il fondatore Walter Tosto negli anni ’60, ebbe l’idea di cominciare a produrre serbatoi.

Tra i simboli dell’Abruzzo “forte e gentile” c’è anche l’ospitalità descritta da Flaiano che, qui all’expo parigino, è una questione di famiglia. Il ceo Luca Tosto indossa la parannanza, taglia il prosciutto al coltello, accoglie i visitatori, versa loro da bere. E ad aiutarlo c’è una squadra tutta al femminile. Le due sorelle Katia ed Emanuela e le quattro figlie Greta, Anita, Sofia e Linda. “Ruolo: figlia del ceo”, c’è scritto sul loro grembiule. In questo ambiente quasi familiare, tra un bicchiere di vino (Montepulciano, Passerina e Cerasuolo sono i più richiesti) e un assaggio di prodotti abruzzesi ci si incontra, si parla e si discute di vita e di business (quello che nel gergo si chiama “networking”). «In Italia è così che si fanno gli affari: mangiando», si sente dire tra i visitatori. Ma c’è anche chi si ferma allo stand della Walter Tosto non per chiudere trattative, ma perché qui si sente «di nuovo a casa».

La Walter Tosto non è l’unica rappresentanza abruzzese a Parigi. Anzi, si potrebbe dire che l’Abruzzo rappresenta l’Italia nella Capitale francese. L’ambasciatrice Emanuela D’Alessandro, infatti, è originaria di Francavilla. «È bellissimo essere qui», racconta sorridente, «ed è bello sapere che anche l’Abruzzo è rappresentato in tutte le sue eccellenze. Mi aspettavo di trovare un padiglione solo dedicato al nucleare e invece ho trovato anche il meglio della cultura della nostra tradizione. Per me, che ho legami molto stretti con l’Abruzzo, sapere che siamo rappresentati in questo modo all’estero è motivo d’orgoglio. E poi il settore del nucleare è in grande rispolvero e siamo felici che anche l’Abruzzo faccia la sua parte».

A qualche metro di distanza da lei c’è un ragazzone che si gode una pallotta cacio e ova. Si chiama Piergiorgio Croce, ha 29 anni ed è originario di Pescara. «Stare in questo stand significa sentire l’aria di casa, ma non solo per il cibo», racconta, «oggi lavoro a Parigi per un’altra azienda, ma la mia carriera lavorativa è iniziata proprio alla Walter Tosto, dove ho fatto il mio primo stage. Ogni volta che torno in città e vedo i suoi stabilimenti ripenso con nostalgia a quegli anni. Per me sono stati molto formativi, un passaggio cruciale della mia crescita». Le strade per Parigi, più spesso di quanto si possa pensare, partono dall’Abruzzo.

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