Lusi: mi sospendo dal Partito democratico

L'ex tesoriere della Margherita rompe il silenzio. Parisi sentito per due ore dai pm

ROMA. Luigi Lusi ha annunciato di sospendersi «con effetto immediato dal Partito Democratico, per consentire al partito una più piena libertà di azione politica», e a se stesso una «difesa giudiziaria più libera». «L'indagine penale», afferma l'ex tesoriere della Margherita, «sta seguendo il suo corso ma il massacro mediatico senza precedenti va oltre l'indagine giudiziaria. Gli italiani hanno bisogno di chiarezza e il Pd ha il dovere di contribuire a questa direzione».

«L'esigenza di tutelare me e la mia famiglia», prosegue Lusi «mi impone di svincolare i destini personali da quelli di partito. All'amara esclusione dal gruppo del Pd del Senato (dandomi del lei, per altro), per rispetto degli appartenenti al mio gruppo non farò ricorso».

Conseguentemente - spiega quindi il senatore - «dichiaro di sospendermi con effetto immediato dal Pd sia al fine di consentirmi una difesa giudiziaria pi libera da ogni tipo di vincolo sia nell'interesse e per rispetto del Partito stesso che a sua volta avrà ancora più pienaa libertà di azione politica».

Intanto ieri è iniziata con Arturo Parisi la sfilata in Procura degli esponenti del Pd che i pm romani intendono sentire sul caso Lusi.

Il procuratore aggiunto Alberto Caperna ed il sostituto Stefano Pesci vogliono capire se altri politici erano a conoscenza dell'appropriazione di 13 milioni di euro da parte del tesoriere della defunta Margherita, Luigi Lusi, e se questi abbia anche intaccato altri fondi. A fornire lo spunto per la prima di una lista di audizioni a piazzale Clodio, è stato lo stesso Parisi che giorni fa aveva parlato di «voci opache» nel bilancio della Margherita. Voci sulle quali l'ex ministro dell'Interno, nel 2011 durante l'assemblea del partito, chiese «un approfondimento». Parisi, sentito per due ore dai pm come persona informata dei fatti, aveva dichiarato di non aver votato il bilancio preventivo e che «l'assemblea fu sospesa finchè non si decise la formazione di un organismo che approfondisse successivamente». «Ma questo organismo non si è mai riunito - aveva spiegato Parisi - Marini propose di costruire un gruppo di analisi che si sarebbe riunito dopo la votazione dell'assemblea. Dell'organismo inizialmente avrebbero dovuto far parte pochi membri, Rutelli, Bocci, Bianco e Lusi, ma successivamente fu allargato ad altri, tra cui Bindi, Franceschini, Letta e Fioroni. Ma l'unica volta che venne convocato nel novembre del 2011 andò quasi deserto per cui io mi dimisi in polemica». Gli inquirenti ora devono fare luce sui buchi neri di questa vicenda (ad esempio come sia possibile che nessuno, tra il 2008 e il 2011, si sia accorto al partito degli ammanchi dai fondi dei rimborsi elettorali) e si preparano a convocare per la prossima settimana altri parlamentari. Potrebbero essere sentiti infatti, Renzo Lusetti ed Enzo Carra, firmatari dei ricorso presentato al Tribunale civile di Roma per impugnare la validità dei rendiconti 2009-2010.

Sul fronte politico intanto, il caso Lusi alimenta la polemica: Rutelli indica l'ex tesoriere come l'unico colpevole, mentre Udc e Idv chiedono con forza una legge ad hoc che regolamenti la vita dei partiti. «Lusi ha fregato noi e la nostra buona fede» ha detto l'ex leader della Margherita e fondatore dell'Api.

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