Manovra di bilancio, tregua armata

Nella maggioranza restano i dissidi, altri due giorni per togliere le risorse del sisma
L'AQUILA. Una tregua armata. Il vertice fiume della maggioranza di centrodestra, andato in scena per tutta la giornata di ieri, non ha appianato dissidi e contrapposizioni in seno alla coalizione che governa la Regione, in particolare nel Pdl che conta 25 consiglieri su 27. Divisioni emerse pubblicamente in maniera fragorosa con le vicende legate alla manovra bilancio di 34 milioni.
Nell'ultimo consiglio regionale la maggioranza aveva dovuto fare retromarcia sulla manovra ritirando il provvedimento, inoltre sempre nei giorni scorsi nel gruppo consiliare del Pdl più di un consigliere aveva manifestato dissenso nei confronti del capogruppo, Gianfranco Giuliante, denunciando una spaccatura. In particolare, dopo la presa di distanza di quest'ultimo nei confronti del presidente della giunta e commissario della ricostruzione, Gianni Chiodi, accusato di «una inefficace politica per L'Aquila e le zone del cratere del terremoto».
Le due note inviate nel corso della lunga e tesa giornata, nelle quali si annunciava il ritorno del sereno e il pieno appoggio a Chiodi, sono da considerare una pace di facciata: d'altra parte, mentre quasi tutti i consiglieri di maggioranza, molti assessori e il presidente Chiodi erano in riunione, lo stesso Giuliante e l'assessore all'Ambiente Daniela Stati hanno alimentato la polemica sui costi e le consulenze dell'Arta, con comunicati stampa i cui toni, durissimi, mal si sposano con la condizione di alleati.
Dopo che ai presenti è stato imposto il silenzio, il dato emerso è che sulla manovra di bilancio il presidente Chiodi si è riservato due giorni per fare una nuova proposta senza i circa 7 milioni di euro provenienti dall'assicurazione per i danni subiti di palazzo Centi. L'appuntamento è ad una conferenza stampa convocata per domani all'Aquila.
«Piena condivisione sulla manovra di bilancio che la giunta regionale si appresta a presentare in consiglio», recita la prima nota della mattinata, «nel vertice politico è emersa una unanime valutazione positiva tenendo conto degli approfondimenti svolti negli ultimi giorni». Nel pomeriggio c'è stata la parte più tesa del vertice, con la questione della fiducia nei confronti di Giuliante, rimasta senza soluzione. Nel documento, firmato dal gruppo consiliare e diramato senza fare nomi, si prendono le distanze dal capogruppo.
Durante la discussione, il presidente Chiodi, in un tentativo di chiarimento, ha chiesto a Giuliante qual è l'atteggiamento politico che vuole assumere in futuro. «Il gruppo consiliare regionale», del Pdl si legge nella nota, «ha ribadito all'unanimità la piena condivisione del percorso politico e di governo del presidente Chiodi. Qualsiasi interpretazione in difformità da quanto sopra non risponde al pensiero e alla convinzione della totalità dei consiglieri del Pdl».
Intanto il capogruppo del Pd, Camillo D'Alessandro, ha sottolineato di condividere lo spirito «ma non l'obbiettivo» dell'appello di Giuliante alla costituzione di un intergruppo bipartisan per affrontare il nodo dei costi della politica.
Nell'ultimo consiglio regionale la maggioranza aveva dovuto fare retromarcia sulla manovra ritirando il provvedimento, inoltre sempre nei giorni scorsi nel gruppo consiliare del Pdl più di un consigliere aveva manifestato dissenso nei confronti del capogruppo, Gianfranco Giuliante, denunciando una spaccatura. In particolare, dopo la presa di distanza di quest'ultimo nei confronti del presidente della giunta e commissario della ricostruzione, Gianni Chiodi, accusato di «una inefficace politica per L'Aquila e le zone del cratere del terremoto».
Le due note inviate nel corso della lunga e tesa giornata, nelle quali si annunciava il ritorno del sereno e il pieno appoggio a Chiodi, sono da considerare una pace di facciata: d'altra parte, mentre quasi tutti i consiglieri di maggioranza, molti assessori e il presidente Chiodi erano in riunione, lo stesso Giuliante e l'assessore all'Ambiente Daniela Stati hanno alimentato la polemica sui costi e le consulenze dell'Arta, con comunicati stampa i cui toni, durissimi, mal si sposano con la condizione di alleati.
Dopo che ai presenti è stato imposto il silenzio, il dato emerso è che sulla manovra di bilancio il presidente Chiodi si è riservato due giorni per fare una nuova proposta senza i circa 7 milioni di euro provenienti dall'assicurazione per i danni subiti di palazzo Centi. L'appuntamento è ad una conferenza stampa convocata per domani all'Aquila.
«Piena condivisione sulla manovra di bilancio che la giunta regionale si appresta a presentare in consiglio», recita la prima nota della mattinata, «nel vertice politico è emersa una unanime valutazione positiva tenendo conto degli approfondimenti svolti negli ultimi giorni». Nel pomeriggio c'è stata la parte più tesa del vertice, con la questione della fiducia nei confronti di Giuliante, rimasta senza soluzione. Nel documento, firmato dal gruppo consiliare e diramato senza fare nomi, si prendono le distanze dal capogruppo.
Durante la discussione, il presidente Chiodi, in un tentativo di chiarimento, ha chiesto a Giuliante qual è l'atteggiamento politico che vuole assumere in futuro. «Il gruppo consiliare regionale», del Pdl si legge nella nota, «ha ribadito all'unanimità la piena condivisione del percorso politico e di governo del presidente Chiodi. Qualsiasi interpretazione in difformità da quanto sopra non risponde al pensiero e alla convinzione della totalità dei consiglieri del Pdl».
Intanto il capogruppo del Pd, Camillo D'Alessandro, ha sottolineato di condividere lo spirito «ma non l'obbiettivo» dell'appello di Giuliante alla costituzione di un intergruppo bipartisan per affrontare il nodo dei costi della politica.
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