L’INTERVISTA

Mastropasqua: «Un minuto basta per salvare la vista»

PESCARA. «Basta un minuto per salvare la vista» da questo killer silenzioso che è il glaucoma. E’ ciò che ama ripetere Leonardo Mastropasqua, direttore del centro nazionale di alta tecnologia in...

PESCARA. «Basta un minuto per salvare la vista» da questo killer silenzioso che è il glaucoma. E’ ciò che ama ripetere Leonardo Mastropasqua, direttore del centro nazionale di alta tecnologia in Oftalmologia dell’università D’Annunzio.

Ma è davvero così facile?

«Assolutamente sì, misurare la pressione oculare è semplice e veloce, e superati i 40 anni bisogna sottoporsi a visita oculistica con cadenza regolare. La prevenzione è tutto, a maggior ragione se si hanno casi di glaucoma in famiglia».

Come si cura questa malattia subdola?

«Si usano colliri per abbassare la pressione dell’occhio. Se non funzionano, si interviene con un trattamento laser non invasivo, altrimenti si passa alla chirurgia: la nuova frontiera sono i microinserti di gel o silicone da inserire nell’occhio, al fine di facilitare lo scarico della pressione».

Quali sono i vostri punti di forza?

«Abbiamo puntato sull’innovazione eseguendo il primo trapianto di cornea in Italia con robot nel 2006. Oltre a curare gli abruzzesi, abbiamo un’attrazione fuori regione del 70%. E poi investiamo sulla formazione dei giovani: nella nostra università c’è l’unica scuola italiana di chirurgia robotica e il centro nazionale di alta tecnologia. La scuola rappresenta una meta ambita per gli studenti di tutto il Paese. Anche la scuola dell’Aquila, diretta dal mio allievo Marco Ciancaglini, è una diramazione del nostro metodo».

L’ateneo D’Annunzio sta vivendo una fase delicata, con rettore e direttore interdetti dai loro incarichi per una vicenda giudiziaria che li vede coinvolti, cosa ne pensa?

«Noi continuiamo a lavorare come abbiamo sempre fatto, guardiamo avanti e non indietro. Non intendo criticare nessuno, ma ho una grande speranza: vedere il nostro ateneo nel ranking delle migliori università europee, come siamo riusciti a realizzare per la mia clinica. La D'Annunzio deve avere una visione internazionale, che coinvolga tutte le facoltà di Chieti e Pescara».

A breve si prevedono le elezioni per la carica di rettore: si fa anche il suo nome.

«Ho dato la vita per questa università, ho tenuto alto il suo nome nel mondo, continuerò ad impegnarmi in questa direzione insieme a colleghi di alto profilo, perché non credo all’uomo solo al comando ma al lavoro di squadra. Un team di persone che amano l’università e con forte senso di appartenenza. Un ateneo che risorge grazie alle eccellenze che ha al suo interno».

Il suo centro è all’avanguardia e ha bisogno di finanziamenti per continuare a fare balzi in avanti.

«Siamo riusciti negli anni ad ottenere finanziamenti internazionali, grazie alla nostra posizione di opinion leader e questo ci ha consentito di ottenere i robot per la chirurgia di ultima generazione a costo zero per la Regione». (m.d.s.)