Matrimoni annullati I ricchi non sono i soli a cancellare le nozze

Chieti e Pescara le diocesi con più cause

CHIETI. Aumentano le richieste di annullamento di matrimonio, scende la condizione sociale della parte attrice. Nel 2009 la diocesi con più istanze è Pescara-Penne, con più sentenze quella di Chieti-Vasto. I dati statistici sono stati forniti durante la inaugurazione dell’anno giudiziario 2010 del tribunale ecclesiastico abruzzese-molisano di Chieti presieduto da monsignor Angelo Vizzarri, tenutasi lo scorso 3 marzo.
Una riunione alla quale ha partecipato il cardinale Antonio Canizeras Llovera, prefetto della congregazione del culto divino e per la disciplina dei sacramenti.
Sfatato il luogo comune che le cause di nullità del matrimonio costino cifre impossibili (una legge canonica qualche anno fa ne dimezzò i costi).

Due sono gli elementi che lo confermano: il fatto che il numero delle istanze sia aumentato, nel 1998 le cause introdotte furono 66, nel 2009 sono state 108, e che le parti attrici, prevalentemente, non appartengano più a una classe sociale alta.
Nel 2009, su 126 cause terminate, è stata la categoria degli impiegati, (38), che maggiormente si è rivolta al tribunale ecclesiastico regionale, seguita da quella degli insegnanti (14). Dodici sono state le istanze di annullamento avanzate da professionisti, 12 da operai, 11 casalinghe e disoccupati, 10 artigiani e commercianti, 8 infermieri, 5 imprenditori, 5 dirigenti, 4 tra pensionati e collaboratori domestici, 4 militari (finanza e carabinieri), 3 medici.

Di questi, il 67 per cento donne, il 59 uomini. Sempre con riferimento all’anno appena trascorso, la durata del matrimonio, prima della richiesta di annullamento, oscilla tra i 3 e i 7 anni. L’età delle parti al momento del il matrimonio (di cui si chiede l’annullamento) è bassa, segno evidente che la consapevolezza di stabilire un rapporto duraturo arriva in età matura.
Infatti 24 sono state le cause che interessano sposi di età inferiore ai 21 anni, 75 quelle le cui parti hanno tra i 21 e 26 anni, 98 tra i 26 e 31 anni, scende il numero delle cause tra persone che si sono sposate tra i 31 e 36 anni e solo 8 quelle promosse da sposi con oltre 36 anni.
La durata del matrimonio, nel 2009, è oscillata tra i 3 i sette anni, confermata la crisi sta del settimo anno.

Solo nel 7% dei casi trattati, il matrimonio è durato meno di un anno e nel 19% più di 7 anni.
I capi di nullità più frequenti, in un arco di tempo dal 1998 al 2009, sono la «esclusione della indissolubilità» e «la esclusione della prole».
Nel 26 per cento dei casi trattati una delle due parti si è sposata nella riserva che comunque il matrimonio avrebbe potuto finire anche prima che morte li separasse: nel 19% delle cause affrontante dal tribunale, uno dei due si è sposato a patto che non si facessero figli.

Nel 6,5% delle coppie comparse davanti al tribunale ecclesiastico abruzzese, uno dei due o entrambi hanno contratto matrimonio per timore, solo nello 0,39% a causare la richiesta di nullità è stata la impotentia coeundi, incapacità di generare.

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