«Niente progetti per ricostruire»

Bertolaso traccia un bilancio e invita ad accelerare per la ripresa

L’AQUILA. All’Aquila l’Italia ha affrontato «e vinto» una «sfida gigantesca». Ma ora c’é un’altra partita da giocare, forse ancora più difficile: ricostruire la città. Un compito che spetta solo e soltanto agli aquilani. «Lo Stato c’è e ci sarà anche in futuro, ma sono loro che devono accelerare». È quanto evidenziato dal capo della Protezione civile, Guido Bertolaso. Bertolaso tira un bilancio di un’emergenza che ha cambiato la vita di decine di migliaia di persone.

«Un’emergenza», dice Bertolaso in un’intervista all’Ansa, che ha fatto emergere «il meglio dell’Italia», una «solidarietà e disponibilità» verso gli aquilani che si è tradotta in un aiuto concreto da parte di istituzioni e cittadini: «Certo, i problemi non sono risolti: perché vi sono ancora persone che vivono negli alberghi e, soprattutto, l’identità della città è andata persa. È possibile che venga ricostruita, ma ci vorrà tempo e tanta volontà, idee e progetti che a oggi mancano.

È indubbio però che nel terremoto dell’Aquila lo Stato ha risposto nel migliore dei modi: a 48 ore dalla scossa c’erano già 10mila soccorritori e dieci mesi dopo non c’era più una tenda. L’idea di costruire a tempo di record delle palazzine antisismiche anziché utilizzare i container, inoltre, è stata un azzardo che poteva diventare un boomerang. Ma alla fine si è rivelata una scommessa vincente e che già altri Paesi europei e non stanno pensando di adottare in caso di emergenze».

Ma ora che l’emergenza è finita, che sarà dell’Aquila e degli aquilani? «L’Aquila deve essere ricostruita dagli aquilani», risponde Bertolaso, «questo è uno slogan che in campagna elettorale è stato utilizzato per contrapporre qualcuno a qualcun altro. E invece oggi deve essere fatto proprio da tutti, in primis dalle autorità locali e da chi ha responsabilità in questo tipo di interventi. Bisogna accelerare il processo di ricostruzione». La Protezione Civile, comunque, non abbandonerà l’Abruzzo. «Noi abbiamo fatto il nostro compito ma non voltiamo la testa dall’altra parte», assicura il capo del Dipartimento, «saremo a fianco degli aquilani, del commissario Chiodi e di tutti quelli che hanno una grossa responsabilità per risolvere i problemi che si dovranno affrontare».

Nonostante l’impegno messo dallo Stato, però, non sono mancate e non mancano le polemiche. Come dimostra la rivolta del «popolo delle carriole». Perche? «Perché siamo bravissimi a distruggere tutto quello che di buono facciamo, buttando ogni cosa in politica», dice Bertolaso, «mi domando se al posto del governo Berlusconi vi fosse stato un altro governo, se certe reazioni e certe polemiche sarebbero state altrettanto forti e sarebbero state uno dei motivi della campagna elettorale appena conclusa».

Il giorno dell’anniversario del terremoto, Bertolaso ha chiesto ai sindaci degli oltre tremila comuni italiani inseriti nelle zone più a rischio della mappatura sismica di tenere un consiglio comunale aperto ai cittadini, per parlare di prevenzione. «Per la prima volta sono ottimista», spiega, «questa può essere l’occasione per mobilitare le coscienze e far sì che la vicenda aquilana non venga dimenticata».