CORONAVIRUS / ABRUZZO

"Ordinanze di chiusura da annullare": i ristoratori vanno dal giudice

L'associazione Aria Food annuncia il ricorso al Tribunale amministrativo (Tar) e lancia una serie di controproposte a tutela della categoria e per i ristori

PESCARA. Associazione ristoratori e produttori abruzzesi Aria Food lancia un grido di allarme per la crisi del settore, ma sopratutto presenta proposte e spiega anche i motivi che la spingono a rivolgersi al Tribunale amministrativo regionale (Tar) per annullare le ordinanze di divieto.

«A fronte dei provvedimenti adottati per far fronte alla grave crisi sanitaria in atto che hanno colpito duramente anche il comparto della ristorazione e travolto l'intera filiera agro-alimentare i ristoratori hanno assunto comportamenti responsabili e sono stati i primi a riorganizzarsi nel rispetto della normativa anti-Covid, ma dopo quasi un anno, gli imprenditori e i loro dipendenti scontano l'assenza di rimedi adeguati alle loro esigenze lavorative perché invece di individuare soluzioni che consentissero l'applicazione rigorosa di protocolli utili a contrastare la diffusione del virus, la politica ha preferito chiudere in modo indiscriminato un intero comparto», spiegano in una nota i ristoratorila decisione di ricorrere al Tar per chiedere la sospensione dei provvedimenti adottati nella parte in cui essi non consentono l'esercizio delle attività nelle ore serali in zona gialla e al Tribunale civile per ottenere un ristoro adeguato rispetto alle perdite subite.

I ristoratori sono affiancati da Enzo Di Salvatore, professore di diritto costituzionale presso l'Università degli Studi di Teramo.

L'associazione porta all'attenzione delle Istituzioni alcune proposte che possono confluire in un provvedimento ad hoc sulla ristorazione. Si chiede tra l'altro per la zona gialla, che sia autorizzato l'esercizio delle attività a pranzo e a cena con chiusura dei locali alle 23,30 e per la zona arancione, che sia autorizzato l'esercizio delle attività per mezza giornata, consentendo al ristoratore di optare tra il pranzo e la cena, secondo le caratteristiche dell'area in cui insiste l'impresa e che siano adottati rigidi protocolli sanitari e svolgere una più efficace attività di controllo e di monitoraggio sulla ristorazione. Si chiede inoltre che per la zona arancione sia prevista la riduzione ulteriore del numero dei coperti in sala e che sia individuato un criterio che consenta di distinguere tra chiusura/apertura per Comuni che possiedano un ridotto numero di abitanti e Comuni che possiedano un alto numero di abitanti.

Si chiede inoltre che siano introdotti strumenti di controllo sanitario specifici e mirati, in modo da consentire di riattivare il servizio dei banchetti e che sia favorita una seria politica di defiscalizzazione del costo del lavoro. Le azioni legali e le richieste dei ristoratori saranno illustrate nel corso di una conferenza stampa in programma venerdì 12 febbraio, alle ore 10, nella sede del Consiglio regionale di Pescara. (Ansa).