Pagano: una legge contro la sfiducia

«I tagli alle indennità per recuperare il rapporto fra politica e cittadini»

PESCARA. «Questa legge ha anche un significato simbolico. Con essa ho voluto tenere fede a ciò che dissi nel mio discorso d'insediamento, il 28 gennaio 2009: è un segnale che va nel senso di una riduzione dello scollamento fra i cittadini e la politica e di un recupero della fiducia nelle istituzioni».

Seduto al tavolo della sala Ugo Zatterin della sede centrale del «Centro», Nazario Pagano, pescarese, 52 anni, esponente del Pdl, sfoggia abbronzatura e soddisfazione per l'approvazione della sua proposta di legge che riduce le indennità dei consiglieri regionali. Ha appena finito di presentare la nuova legge - un testo unico che riordina e riforma tutta la materia del trattamento economico dei consiglieri - nella sede pescarese del consiglio regionale. La legge - che porta il chilometrico titolo di «Testo unico delle norme sul trattamento economico e previdenziale spettante ai consiglieri regionali e sulle spese generali di funzionamento dei gruppi consiliari» - è stata approvata all'unanimità (con il sì anche delle opposizioni di sinistra), nella notte tra martedì e mercoledì scorsi, dal consiglio regionale che Pagano presiede dal gennaio del 2009.

La nuova normativa, la prima in Italia di questo genere, prevede, fra le altre cose: il taglio del 10% dell'indennità di base netta (circa 550 euro mensili); l'innalzamento da 55 a 65 anni dell'età di accesso al vitalizio (pensione), introducendo anche il principio etico della produttività, con il raddoppio da 200 a 400 euro della sanzione per chi non è presente alle sedute del consiglio. Ci sono poi tagli alle entrate per i monogruppi che nel consiglio regionale sono cinque: due di centrodestra, (Rialzati Abruzzo e Mpa) e tre nella minoranza (Rifondazione comunista, Comunisti Italiani e Verdi-Sinistra Europea).

«La legge», dice Pagano, «nasce dall'esigenza di provvedere ad un complessivo riordino delle disposizioni vigenti in materia, spesso prive di coordinamento e di difficile comprensione anche per gli addetti ai lavori, frutto di molteplici interventi modificativi succedutisi nel tempo».

«Siamo la prima Regione d'Italia», racconta il presidente del consiglio abruzzese, «che dà un segnale di questo genere. Vogliamo essere di modello anche per le altre Regioni alle quali invierò il testo approvato l'altra notte. Questo testo è il frutto della nostra volontà di coniugare un'esigenza di efficienza delle istituzioni al servizio del cittadino e di semplificazione della normativa, che perseguiamo attraverso lo strumento di un testo unico che abroga 51 leggi precedenti, con un'esigenza di moralità pubblica, che è quella che annunciai, più di un anno fa, proprio in un'intervista al Centro. Cioè la necessità di rinsaldare un rapporto di fiducia tra la politica e i cittadini che - come dissi in quell'intervista - appariva fortemente incrinato alla luce di quel 52 per cento solo di votanti. Pensiamo di esserci riusciti».

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