Parchi, una risorsa da 4 miliardi

Cimini: se sfruttati bene possono produrre reddito e valore economico
PESCARA. I parchi non rappresentano più solo un modo di tutelare l'ambiente e le specie animali, ma se sfruttati al meglio, sono entità in grado di produrre reddito e valore economico. A dimostrare questa tesi è Nicola Cimini, da anni direttore del Parco Nazionale della Maiella, che nel libro "L'economia della vita", disegna un quadro generale della situazione dei quattro parchi principali in Abruzzo e non solo. Racconta anche come i cambiamenti climatici mettano sempre più a dura prova la difesa delle aree protette e delle loro biodiversità. Obiettivo di Cimini è stato proprio quello di verificare come i parchi, se gestiti bene, producano un valore economico molto superiore ai costi di gestione.
Il Parco della Maiella, come ricorda l'assessore ai Parchi Gianfranco Giuliante (che è stato commissario dello stesso parco), riceve ogni anno circa 2,2 milioni di euro dallo Stato come contributo corrente pari a 29,69 euro per ettaro, ma riconsegna allo Stato 26 milioni di euro di tasse ovvero il 20% della spesa complessiva stimata in 130 milioni di euro. Di questo denaro il 25% è rappresentato dalla sola spesa turistica dovuta all'effetto parco (ecoturismo) e dall'occupazione diretta e indotta.
In altre parole vuol dire che per ogni euro dato al Parco, lo Stato ne incassa più di dieci in tasse. Da questo conteggio non è considerato il valore dei beni primari prodotti, parliamo di acqua, ossigeno e abbattimento dell'anidride carbonica, pari a 521 milioni di euro.
Il professor Cimini analizza anche che cosa accadrebbe nel caso in cui si decidesse di destituire il Parco della Maiella: a fronte di un risparmio di 2 milioni e 200 mila euro quale contributo statale, si avrebbe ogni anno una perdita di valore per depauperamento di quasi 40 milioni di euro, che sommata a una analoga perdita per mancato incremento di valore, porterebbe il totale a circa 80 milioni. Il valore unitario per ettaro del reddito dei prodotti e servizi dell'ecosistema, è uguale a 15.343 euro, per il Parco della Maiella, mentre il valore del turismo è pari 5.709 euro all'anno per ettaro. Questo valore sale a 1.727 euro per il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, 5.400 euro per quello Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise e 5.420 euro per quello Regionale del Sirente-Velino. Prendendo tali dati si ricava il reddito annuo della regione verde: quasi 4 miliardi e 400 milioni di euro, ottenuti moltiplicando i 283.084 ettari per il valore unitario di 15.343 euro. Anche il valore economico del turismo nelle aree verdi della regione fa registrare numeri di tutto rilievo. Nel 2008 siamo oltre il miliardo e 250 milioni di euro così suddivisi: Maiella (423 milioni), Gran Sasso-Laga (240 milioni), Sirente-Velino (320 milioni) e Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise (273 milioni). Infine Cimini evidenzia che il mancato rispetto del protocollo di Kyoto causa all'Abruzzo una spesa di oltre 78 milioni di euro all'anno, che considerando la sola aria dei parchi, si riduce a 13 milioni.
Il Parco della Maiella, come ricorda l'assessore ai Parchi Gianfranco Giuliante (che è stato commissario dello stesso parco), riceve ogni anno circa 2,2 milioni di euro dallo Stato come contributo corrente pari a 29,69 euro per ettaro, ma riconsegna allo Stato 26 milioni di euro di tasse ovvero il 20% della spesa complessiva stimata in 130 milioni di euro. Di questo denaro il 25% è rappresentato dalla sola spesa turistica dovuta all'effetto parco (ecoturismo) e dall'occupazione diretta e indotta.
In altre parole vuol dire che per ogni euro dato al Parco, lo Stato ne incassa più di dieci in tasse. Da questo conteggio non è considerato il valore dei beni primari prodotti, parliamo di acqua, ossigeno e abbattimento dell'anidride carbonica, pari a 521 milioni di euro.
Il professor Cimini analizza anche che cosa accadrebbe nel caso in cui si decidesse di destituire il Parco della Maiella: a fronte di un risparmio di 2 milioni e 200 mila euro quale contributo statale, si avrebbe ogni anno una perdita di valore per depauperamento di quasi 40 milioni di euro, che sommata a una analoga perdita per mancato incremento di valore, porterebbe il totale a circa 80 milioni. Il valore unitario per ettaro del reddito dei prodotti e servizi dell'ecosistema, è uguale a 15.343 euro, per il Parco della Maiella, mentre il valore del turismo è pari 5.709 euro all'anno per ettaro. Questo valore sale a 1.727 euro per il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, 5.400 euro per quello Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise e 5.420 euro per quello Regionale del Sirente-Velino. Prendendo tali dati si ricava il reddito annuo della regione verde: quasi 4 miliardi e 400 milioni di euro, ottenuti moltiplicando i 283.084 ettari per il valore unitario di 15.343 euro. Anche il valore economico del turismo nelle aree verdi della regione fa registrare numeri di tutto rilievo. Nel 2008 siamo oltre il miliardo e 250 milioni di euro così suddivisi: Maiella (423 milioni), Gran Sasso-Laga (240 milioni), Sirente-Velino (320 milioni) e Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise (273 milioni). Infine Cimini evidenzia che il mancato rispetto del protocollo di Kyoto causa all'Abruzzo una spesa di oltre 78 milioni di euro all'anno, che considerando la sola aria dei parchi, si riduce a 13 milioni.
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