Pasta e vino trainano l'export

27 Aprile 2011

Ma sono ancora contrastanti i dati sulla ripresa dopo il crollo del 2009

PESCARA. Pasta e Montepulciano trainano le esportazioni abruzzesi, che consolidano così i sintomi di ripresa emersi nel corso di un lento processo di recupero avviato dopo l'anno horribilis 2009. La notizia arriva dall'ultimo monitoraggio timestrale (31 dicembre 2010) sull'andamento dei distretti industriali curato dal servizio studi e ricerche di Intesa San Paolo e Banca dell'Adriatico.

Aggiornamento che si arricchisce, avendo portato a 6 il numero dei distretti sotto osservazione, proprio grazie all'inclusione dell'Agroalimentare e del polo Ict dell'Aquila.

I dati confermano dunque la ripresa delle esportazioni che aveva avuto inizio a metà 2010, sulla scia della spinta rialzista intervenuta a partire dal terzo trimestre dello stesso anno, ponendo fine alle pesanti perdite subìte nei mesi precedenti. Ma resta pur sempre un recupero contenuto, in quanto l'Abruzzo (+5,8%) sconta un differenziale netto con l'andamento medio dei distretti a livello nazionale.

L'analisi mette in luce un tessuto produttivo regionale che punta sull'innovazione e, nel dettaglio, uno spaccato dell'Abruzzo da cui emerge uno stallo in quello che resta il principale distretto manifatturiero, l'abbigliamento Sud abruzzese (-0,4%), e del mobilio abruzzese (-1,9%).

Il recupero in termini di flussi di export, che si registra nel quarto trimestre 2010, è in buona sostanza attribuibile alle buone performance dei distretti della pasta di Fara San Martino (+10,9%), del Montepulciano d'Abruzzo (+8%) e dell'abbigliamento Nord abruzzese (+31,9%).

Il report di Intesa-San Paolo Banca dell'Adriatico lascia tuttavia molto aperta l'interpretazione sui fondamentali della economia regionale. Da capire infatti è se la spinta rialzista sia dovuta a una risalita in qualche modo prevedibile dopo il forte crollo del 2009, o se costituisca davvero la premessa a una ripresa più solida. Una lettura che dà quindi spazio a interpretazioni contrastanti. Così il polo Ict dell'Aquila si presenta come un agglomerato industriale in forte crescita, e sul quale sono puntate ampie aspettative per farne un vero e proprio laboratorio di innovazione ed eccellenza, nonostante le esportazioni del quarto trimestre 2010 abbiano mostrato segnali di rallentamento (-16,8%). A confortare è infatti il dato complessivo dell'anno (+10,7%), che fa intravedere una reale controtendenza dopo la battuta di arresto del 2009 che riflette non solo il peggioramento della congiuntura nazionale, ma anche la fase drammatica conseguente al sisma aquilano.

Anche tra i mercati di sbocco dell'export abruzzese si osserva una certa dispersione dei risultati. Sono, infatti, ancora tredici le destinazioni geografiche che mostrano un'evoluzione negativa nel quarto trimestre 2010 sulle prime 25 analizzate, a cominciare da Germania (-5,8%) e Spagna (-11,4%). In ambito europeo, tengono invece i flussi diretti verso la Francia (+16,9%). Le esportazioni destinate alla Russia consolidano una spinta di ripresa (+9,5%) dopo gli arretramenti registrati nella prima metà del 2010. Il report indica inoltre la crescita di mete quali Hong Kong e Arabia Saudita. Ma qualche campanello di allarme si accende ancora in corrispondenza dei dati sulla Cassa integrazione guadagni (Cig) che potrebbero nascondere situazioni di criticità non facilmente superabili, nemmeno con una ripresa più rapida della congiuntura e, in ogni caso, tali da generare un meccanismo di selezione di alcuni degli operatori attualmente impegnati sul mercato. (cr.re.)

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