Petrolio, è scontro in Regione

La legge contestata dal Pd. L’esecutivo: la norma è legittima.

PESCARA. Ricerca petrolifera, il Pd contesta la Regione ma ambientalisti e associazioni turistiche danno il via libera al disegno di legge che blocca le attività di perforazione. Tutti insieme però chiedono a Regione e Governo di bloccare ogni iniziativa di ricerca ed estrazione di idrocarburi in mare. Il giorno dopo l’approvazione in giunta del disegno di legge che disciplina l’attività petrolifera arrivano le prime valutazioni positive del provvedimento, ma anche le prime richieste di altri passi avanti in direzione della difesa del territorio. E non manca chi boccia su tutta la linea il piano della Regione. «Spacciano questa proposta come salvezza ma prendono in giro gli abruzzesi» sostiene il capogruppo del Pd Camillo D’Alessandro. Contestati in particolare due punti del ddl: «il divieto» spiega «si riferisce non più a prospezione, ricerca, estrazione e coltivazione di idrocarburi, bensì a quella degli oli combustibili. Scompare la parola idrocarburi, perchè?».

Il capogruppo Pd sottolinea il rischio che il disegno di legge venga impugnato dal governo. Dalla Regione però spiegano che il provvedimento blocca tutte le attività relative all’olio combustibile, petrolio e derivati sulla terraferma e sostengono che essendo una legge con procedura ordinaria incardinata su competenze costituzionalmente affidate alle regioni sia anche più difendibile da una eventuale impugnazione. Inoltre, spiegano dalla giunta, quella proposta è una legge che incrociandosi con gli altri vincoli copre la maggior parte del territorio regionale ed è un provvedimento a sistema cioè a regime e non a tempo, mentre il precedente era una moratoria a tempo. L’iniziativa della giunta riscuote l’approvazione di Assoturismo e di Legambiente e WWf, ma con riserva.

Per gli imprenditori «lo sviluppo petrolifero è assolutamente incompatibile con la crescita del settore turistico, agroalimentare e vinicolo», ecco perchè pur essendo soddisfatti del ddl che blocca le attività a terra chiedono che la Regione «esprima la propria assoluta contrarietà anche alle attività petrolifere in mare, soprattutto a tanto ridotta distanza dalla costa». Secondo Legambiente e Wwf il disegno di legge presentato dalla giunta Chiodi «sicuramente aiuta la battaglia contro la deriva petrolifera nella nostra regione esprimendo una volontà di difendere l’Abruzzo dei parchi e dell’agricoltura di qualità». Le associazioni ambientaliste però sottolineano l’importanza di una rapida approvazione del provvedimento in Consiglio e rimarcano anche il fatto che il provvedimento non si occupi delle estrazioni a mare, un dato su cui, scrivono, «si dovrà intervenire».

Dalla Regione fanno sapere che, pur essendo la competenza sulle attività in mare statale, l’esecutivo può dare parere negativo e lo darà. Il parere, però, non è vincolante per il Governo, ecco perchè, secondo il consigliere Verde Walter Caporale, la giunta dovrebbe fare dei passi diversi per mettere a riparo il mare abruzzese dal rischio di nuove piattaforme petrolifere. «La Regione» spiega Caporale «potrebbe intervenire pur non avendo in teoria competenze sul mare. Basterebbe ad esempio fare una legge che tuteli la pesca, che è materia di competenza regionale, vietando quello che può compromettere il patrimonio ittico».