Più di tremila candidati, Abruzzo terra di “politici”

La scelta non manca ai 276 mila cittadini chiamati al voto in 72 comuni. Sono 189 ( poche donne) a correre per le poltrone di sindaco. Subito lo spoglio

PESCARA. Alle urne per eleggere i loro sindaci 276.157 elettori di 72 comuni abruzzesi per una popolazione complessiva di 291.814 abitanti (il che la dice lunga sulla crisi di natalità del paese e del Mezzogiorno in particolare). Sulla linea di partenza ci sono 189 candidati sindaci, di cui 159 maschi e solo 30 donne. I candidati consiglieri sono ben 3.158, anche qui in maggioranza maschi: 2020 contro 1.138 donne.

Nessun capoluogo di provincia è interessato alla consultazione elettorale. E solo 5 comuni superano i 15 mila abitanti (Francavilla, Vasto, Lanciano, Roseto, Sulmona) e dunque potrebbero andare al voto di ballottaggio il 19 giugno, nel caso che nessun candidato raggiunga la maggioranza assoluta dei voti. Tutti gli altri comuni sono sotto i 15 mila abitanti ed eleggeranno il sindaco al primo turno. Dunque, poiché gli scrutini inizieranno alle 23, subito dopo la chiusura delle urne, al massimo lunedì alle 11, dopo le 12 ore concesse dal regolamento del ministero dell’Interno, l’Abruzzo avrà 67 nuovi sindaci e probabilmente i cinque comuni maggiori già pronti al turno di ballottaggio.

In questo caso è giusto un po’ di cautela, perché almeno due comuni rischiano. Sono Fraine e Tufillo, in provincia di Chieti, dove si presenta una sola lista e dove dunque vige la regola del quorum: l’elezione sarà valida solo se la lista avrà il voto del 50% più uno degli elettori iscritti nelle liste comunali. L’anno scorso è successo a Castelvecchio Calviso, in provincia dell’Aquila, dove si è registrato uno solo voto valido e quattro schede bianche a fronte di 277 potenziali elettori per l’unico candidato, Roberto Di Pietrantonio della lista civica “Tricolore”. Da allora il Comune è stato retto da un funzionario prefettizio. Stessa storia a Pietracamela, dove nel 2015 l’unico candidato Michele Petraccia della lista “Cambiamenti”, prese il 37% dei voti (139). Petraccia si presenta anche quest’anno, ma con lui corrono altri due candidati sindaci: Enzo D’Ignazio e Paolo Di Furia e un totale di 25 candidati consiglieri: non male per un paese di 302 abitanti. Castelvecchio Calvisio e Pietracamela sono due dei cinque comuni che vanno al voto anticipato. Gli altri sono Sulmona, Pennadomo e Celenza sul Trigno.

Il comune più piccolo dove si vota è Carapelle Calvisio con i suoi 85 abitanti ma con 184 elettori, 48 candidati consiglieri comunali ma soprattutto ben sei candidati sindaci, uno ogni 14 abitanti, un record che difficilmente sarà battuto. Il motivo è la presenza nel comune delle fantomatiche liste di guardie carcerarie e altri esponenti delle forze dell’ordine che approfittano del permesso per il mese di campagna elettorale per prendere un meritato riposo dal lavoro. Per questo motivo Carapelle Calvisio è finito su tutti i giornali e i telegiornali nazionali, alimentando una polemica che si ripresenta a ogni tornata elettorale.

Ancora molto bassa la presenza di donne in lista. Il record è a Serramonacesca dove nelle due liste in lizza ci sono solo 18 candidati maschi, in compenso c’è un candidato sindaco donna, una delle trenta su un totale di 189 candidati sindaci.

I comuni più rosa sono invece Castelvecchio Calvisio con perfetta parità di genere uomo-donna sia per i consiglieri (8 candidati per genere) che per i candidati sindaci (uno per genere). A Fossa le donne sono addirittura più degli uomini, 11 contro 8, ma i due candidati sindaci sono maschi. Infine il record come numero di candidati va a Lanciano con i suoi 400 nomi in lista (229 maschi e 171 donne), seguita da Vasto (353 candidati di cui 209 maschi e 144 donne), Sulmona (278) e Roseto (238). Niente male in periodo di antipolitica galoppante.

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