Piccole imprese: sul Patto aspettiamo Monti

Cna: il governo può dare una mano all'Abruzzo. Confesercenti: vanno rimodulati i tempi

PESCARA. «Il tavolo del Patto per lo sviluppo dell'Abruzzo deve subito trovare i suoi interlocutori all'interno del nuovo governo. Solo dopo aver stabilito relazioni ben precise, infatti, sarà possibile valutare eventuali modifiche dello strumento che l'Abruzzo si è dato per la ripresa economica». Sono caute le associazioni abruzzesi delle piccole imprese.

Dopo il «via libera» dei sindacati abruzzesi al nuovo governo presieduto da Mario Monti, definito dal segretario regionale della Uil, Roberto Campo, «un possibile interlocutore attento, che potrebbe addirittura dare slancio alla ripresa economica della regione», il mondo degli imprenditori non si dice preoccupato dal cambio al timone del Paese, ma sottolinea la necessità di una fase di confronto con l'esecutivo che ieri ha ricevuto la fiducia dalla Camera.

Graziano Di Costanzo, direttore della Cna regionale, la Confederazione nazionale dell'artigianato, è convinto che con il governo Monti non cambi molto. «I contenuti del Patto», dice, «rimangono sostanzialmente quelli, avevamo già individuato le linee di intervento e, dopo lo sblocco dei fondi Fas, è ora necessario mettere realmente in campo le risorse».

Di Costanzo sostiene che questo esecutivo «possa dare all'Abruzzo una mano in più, perché con il governo Berlusconi, considerando la fibrillazione che lo caratterizzava, era difficile "cavare un ragno dal buco"».

«Dobbiamo capire», aggiunge, «cosa l'Abruzzo può aspettarsi e credo che questo governo ce lo dirà in modo più sincero, perché meno pressato dalle esigenze politiche».

Per il direttore della Cna, però, è fondamentale concentrarsi sulla ricostruzione dell'Aquila. «Lì si gioca un pezzo di ripresa dell'Abruzzo», sostiene Di Costanzo, «stiamo superando i livelli di guardia, non si può più scherzare. Continuiamo a tamponare le emergenze, ma dovremmo passare allo sviluppo, che porta risorse, lavoro e Pil. E' una grande opportunità che non stiamo cogliendo».

Per il direttore regionale di Confesercenti, Enzo Giammarino, «il Patto va in parte ripensato, perché l'Abruzzo ha bisogno di risorse per lo sviluppo. Alla luce dell'inversione delle politiche nazionali, che ora puntano allo sviluppo e all'economia anche noi dobbiamo metterci in linea».

Convinto che le valutazioni siano da rimandare a quando ci saranno fatti concreti, Giammarino dice che bisogna concentrarsi su due aspetti: «Incontrare il governo dopo aver capito quali sono gli interlocutori e presentare un programma che coniughi il rigore del risanamento e la spesa per lo sviluppo, magari rimodulando i tempi».

E' proprio quello dei tempi il tema cruciale secondo il direttore di Confesercenti. «E' necessario far ripartire il sistema delle imprese», dice Giammarino, «ci vogliono tempi corti tra l'annuncio dei provvedimenti e la loro realizzazione. In termini di velocità, infatti, non ci siamo proprio, perché la crisi è molto più rapida di noi».

Infine, secondo Italo Ferrante,, presidente di Confapi Abruzzo, la Confederazione della piccola e media industria, «solo dopo aver trovato i giusti interlocutori potremo valutare come intervenire e cosa cambiare».

«Bisogna attendere», conclude Ferrante, «perché sennò si creano false aspettative».

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