Piccone: caro Gianni devi rispondere

Le dieci domande dell'Idv, il leader del Pdl sprona il governatore

TERAMO. «Gianni farebbe bene a rispondere a quelle domande». Gianni è il presidente della Regione, Chiodi. Le domande sono quelle che gli ha posto il consigliere regionale dell'Idv, Cesare D'Alessandro. A parlare è Filippo Piccone, senatore e coordinatore regionale del Pdl, il partito di Chiodi. I dieci quesiti (nella tabella a fianco) riguardano i rapporti fra Chiodi e lo studio di commercialista del suo socio, Carmine Tancredi.
Nell'inchiesta della Procura di Teramo, Carmine Tancredi è coinvolto, come testimone (non è indagato), nella storia del crac da 15 milioni di alcune società dei fratelli Di Pietro di cui il socio di Chiodi è commercialista.

A sollecitare il governatore a rispondere a quelle 10 domande era stato, l'altro ieri, anche il segretario regioanle del Pd, Silvio Paolucci. «Se Chiodi non chiarisce quanto sta avvenendo e se non agisce per ripristinare al più presto le regole della trasparenza, rischia di portare l'Abruzzo in una nuova questione etica e morale», aveva detto Paolucci.

«Io al posto di Gianni», dice adesso Piccone, «risponderei alle domande perché sono certo che, rispetto alla vicenda in questione, al di là del fatto che sono solo ipotesi che vanno verificate, lui è completamante estraneo. Ormai, Chiodi non si interessa del suo studio da anni. E' completamente estraneo alla sua gestione. Gianni la sua professione di commercialista non la esercita da quando è diventato sindaco di Teramo. Lui è un socio non operativo di quello studio. Immagino anche che sia all'oscuro di tante cose che riguardano lo studio in questione. Quindi, se fossi al suo posto, perché non dovrei rispondere a quelle domande?».

«Dico questo», prosegue il senatore e leader abruzzese del Popolo della libertà, «perché sono certissimo dela sua assoluta lontananza da fatti che potrebbero far sorgere dei dubbi. Rispondendo alle domande, magari, facciamo capire bene anche agli elettori questa cosa. E' nel suo interesse personale farlo, perché il partito non ha nulla da dire e nulla da chiedere in questa vicenda. Noi - lo sottolineo di nuovo - siamo certi dell'estraneità di Chiodi a ogni fatto che possa risultare dubbio. Non abbiamo incertezze in proposito. Nel partito siamo dicuri della linearità della condotta di Gianni».

«Ma, ripeto», conclude Piccone, «fossi stato in lui, avrei già risposto a quella domandenon fosse altro per non far "gasare" l'Idv che si dimostra giustizialista, forcaiola e preconcetta come al solito».

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