Preghiere e internet, le suore di clausura in raduno a San Gabriele

Penitenza e nuove tecnologie al primo raduno internazionale delle suore di clausura in corso nel santuario di Isola del Gran Sasso
ISOLA DEL GRAN SASSO. Il Vaticano ha intrapreso un cammino di rinnovamento nella vita religiosa dei monasteri delle suore di clausura che passa anche attraverso l’uso di internet. Per questo la Congregazione vaticana per i religiosi ha convocato nel santuario di San Gabriele a Isola del Gran Sasso, da martedì scorso fino al 4 ottobre, il primo raduno internazionale delle suore di clausura che vede la partecipazione di quaranta monache passioniste in rappresentanza delle circa 350 suore che vivono nei monasteri dell'Ordine situati nei vari continenti (Usa, Brasile, Argentina, Messico, Colombia, Italia, Spagna, Francia, Inghilterra, Belgio, Olanda, Giappone, Corea del Sud, Indonesia, Filippine).
L’incontro a San Gabriele, che è stato preceduto da un soggiorno di una settimana a Roma, è un evento unico considerato che è del tutto eccezionale che le suore di clausura possano uscire dal proprio convento e addirittura recarsi all’estero. Esse sono dedite, infatti, alla penitenza e alla preghiera contemplativa e hanno contatti con il mondo esterno dietro una grata, salvo motivi eccezionali legati ai problemi di salute, all'espressione del diritto di voto e al lutto familiare per i quali escono dal monastero o quando accolgono persone desiderose di fare esperienze spirituali.
Preghiere e nuove tecnologie. La clausura, che in passato era spesso una costrizione imposta alle giovani ragazze dalle loro famiglie è oggi una scelta libera e consapevole. Dinanzi ai cambiamenti sociali e al fenomeno dell’aumento delle vocazioni in Asia e in America latina, la Congregazione vaticana per i religiosi ha pensato a questo raduno per studiare delle linee di rinnovamento che permettano lo sviluppo di un’unione più forte dei vari monasteri attraverso il dialogo, la riscoperta e l’ attualizzazione del carisma. E nell’epoca delle nuove tecnologie, diversi monasteri passionisti iniziano ad aprire una finestra sul mondo, seppur virtuale, attraverso internet o come avviene in un monastero passionista negli Stati Uniti d’America tramite la gestione diretta di una radio privata.
Internet secondo suor Teresa. Ecco una delle testimonianze che abbiamo raccolto. Suor Teresa, viene dal monastero di Gnova ed è entrata in clausura a diciannove anni, dopo aver ricevuto la vocazione, «per poter vivere, amare, conoscere e servire Dio». «La clausura è una scelta di vita; scegliamo noi di non uscire e non rappresenta un’imposizione» spiega. La monaca trascorre la sua gioranta in convento pregando per portare «all’attenzione di Dio i bisogni dell’umanità». Il tutto anche attraverso le nuove tecnologie che collegano loro, in clausura, in tempo reale tutto il mondo. «L’uso di internet», sostiene suor Teresa, «è una svolta che cambierà il nostro modo di rapportarci e comunicare e ci avvicinerà molto al mondo esterno e globale che utilizza sempre di più la tecnologia. La nostra è una vita dai ritmi molto più lenti rispetto a chi vive all’esterno di un convento e per questo utilizziamo molto la posta elettronica che ci permette di dare un sostegno a tutte le persone che ci scrivono sul sito. Inoltre possiamo seguire il Papa e seguire le conferenze».
In clausura ma in contatto col mondo. Esperienze come quella di suor Teresa permettono alle monache di clausura di restare in contatto, di condividere i momenti di preghiera, di apportare un sostegno alle persone lontane che ne hanno bisogno offrendo consigli e direzione spirituale.
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