Studenti in corso Marrucino a Chieti

ABRUZZO

Prima campanella per 165mila studenti abruzzesi / VIDEO

Il rientro dopo gli anni della pandemia. La Flc Cgil lancia l'allarme sullo spopolamento scolastico

PESCARA. Prima campanella oggi per i 165.148 studenti abruzzesi. Dopo i due anni del Covid, si torna in classe in presenza e senza mascherina. 

Ad attendere i ragazzi 15.841 docenti e 5.645 insegnanti di sostegno. 

La provincia con il maggior numero di studenti è quella di Chieti con 47.839; 43.670 sono quelli della provincia di Pescara; nella provincia di Teramo ce ne sono 38.448; 35.200 quella provincia aquilana.

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Scuola, il rientro in aula all'Aquila e Teramo
Prima campanella all'istituto al Melchiorre Delfico e al D’Alessandro-Risorgimento di Teramo, il rientro in aula all'Aquila e infine inizio anno al Liceo classico di Teramo (video L. Adriani e R. Pizzi)

La provincia teatina è quella che perde più alunni: 1.203 alunni in meno rispetto all’anno precedente; segue Pescara con 604 studenti in meno, L’Aquila con meno 485 studenti e Teramo con meno 176 alunni. 

La Flc Cgil, in occasione della ripresa delle lezioni, si sofferma sul problema dello spopolamento, considerando che nell'anno scolastico 2022-2023 "si registrano circa 2.700 alunni in meno rispetto al precedente. I numeri - rileva il sindacato - testimoniano il progressivo impoverimento della scuola in Abruzzo. È sempre più difficile organizzare un servizio scolastico con numeri di questo tipo laddove abbiamo criteri di assegnazione dell'organico che tengono presente il numero assoluto. Di fatto ci sono meno alunni, meno organico, meno servizi e meno tempo scuola".

Altro problema sollevato dal sindacato è che "non ci sono più i lavoratori del cosiddetto organico Covid, cioè vengono meno circa 2.000 unità di personale, che in questi anni sono state usate anche per attività di ordinaria amministrazione". Si tratta, per la Flc Cgil, di un "tema molto grave", che si aggiunge a quello del precariato. "Quasi il 20% dell'organico regionale è precario. Questo è un dato molto negativo. La precarietà, tra l'altro, riguarda soprattutto il sostegno", conclude il sindacato abruzzese.