Redditi, consiglieri ritardatari

Pochi hanno rispettato il termine del 28 febbraio per le denunce del 2009

L'AQUILA. Consiglieri ritardatari nella presentazione della denuncia dei redditi. Alla data del 28 febbraio scorso, termine ultimo stabilito dagli uffici del consiglio regionale, erano solo una decina i rappresentanti in carica ad aver presentato le entrate annuali e lo stato patrimoniale relativo al 2009. In riferimento ai consiglieri dalla passata legislatura, i documenti arrivati, sempre al 28 febbraio, erano ancor meno.

Per il 2009 infatti, anche i consiglieri della passata amministrazione regionale del presidente Del Turco hanno questo obbligo, per affetto della stessa legge che estende l'atto di trasparenza a un anno dopo l'uscita di scena e a un anno prima della elezione. Non si conoscono le ragioni del ritardo, sicuramente la dimenticanza, o forse il disagio di rendere noti emolumenti accresciuti in una fase di grande crisi economica: però non ci sono scusanti, visto che vecchi e nuovi inquilini di palazzo dell'Emiciclo sono stati avvisati per tempo, tra la fine di gennaio e gli inizi di febbraio, di quella che considerata una incombenza resta pur sempre un atto a cui nessuno può sottrarsi. Agli interessati è arrivata una raccomandata con ricevuta di ritorno con il protocollo numero 1039 datato 25 gennaio 2011.

A quasi un mese dalla scadenza del 28 febbraio, gli uffici del consiglio regionale, nonostante le sollecitazioni, ancora non sono riusciti a chiudere il 2009: secondo quanto è trapelato, mancano all'appello quattro consiglieri in carica e una decina dei vecchi rappresentanti. Per alcuni ci sono giustificazioni condivisibili, come le raccomandate tornate indietro per indirizzi cambiati, ad esempio, per il sisma del 6 aprile 2009, ma complessivamente il consiglio regionale non sta facendo una bella figura amche se permane la fiducia che, nel giro di qualche giorno, la partita sarà definita. C'è per ora la buona notizia che, all'inizio di aprile, saranno pubblicati i redditi del 2008. In questo caso, il sensibile ritardo è causato dalla difficile riorganizzazione, anche logistica, dovuta al terremoto.

Il consigliere regionale percepisce in Abruzzo un'indennità base lorda di 6.846 alla quale va aggiunto un rimborso per le presenze di 3.408 euro per un totale di 10.254 che, al netto delle ritenute, è di 6.432. Questa vicenda stride con la puntualità e la tempestività con cui gli uffici del Consiglio hanno attivato, nel sito istituzionale della Regione, la sezione dedicata a «trasparenza e merito», che costituisce un obbligo imposto dalla riforma Brunetta.

Intanto, oggi è in programma una seduta dell'assemblea regionale con un importante ordine del giorno: tra gli altri provvedimenti, la riforma del ciclo idrico integrato incentrata sull'Ato unico da approvare entro il 31 marzo se, come ha detto l'assessore Angelo Di Paolo, l'Abruzzo vorrà mantenere l'acqua pubblica. Una riforma sollecitata anche dal presidente dell'Anci Abruzzo, Antonio Centi, «nonostante sia probabile un rinvio della scadenza a fine anno da parte del governo». La Cgil chiede invece il rinvio della riforma alla luce della proroga dei termini e del referendum sull'acqua pubblica del 12 e 13 giugno. Oggi è prevista anche una protesta degli autoferrotranvieri che denunciano il taglio dei fondi nel comparto trasporti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA