Regionali, D’Alfonso a Chiodi: viene prima la salute poi il bilancio

11 Maggio 2014

Il candidato del Partito democratico contesta l’analisi del commissario sul suo mandato "Troppi ritardi, cifre discutibili, assistenza carente"

PESCARA. «Prima il bilancio, poi la salute dei cittadini, questo potrebbe essere lo slogan di Chiodi». Luciano D’Alfonso, candidato del centrosinistra alla regione replica così all’intervento del commissario governatore sull’ultimo tavolo di monitoraggio della sanità che ha registrato l’avanzo di bilancio di 36 milioni nel 2013. «Senz’altro una buona amministrazione sa tenere i conti in ordine, ma la mission della sanità non è rappresentata dal solo pareggio di bilancio, vero o presunto che sia come in questo caso, ma dal realizzare un sistema sanitario in grado di soddisfare la domanda di salute dei cittadini». D’Alfonso considera «innegabili» i tagli effettuati in questi anni « senza tener conto dei servizi essenziali di fatto negati a molti abruzzesi». L’esponente Pd calcola che in questi anni «le entrate sono aumentate di 300 milioni, mentre le uscite di soli 120: 180 milioni in meno per curare gli Abruzzesi».

A questi tagli D’Alfonso fa risalire la contrazione di alcuni servizi essenziali come «gli screening oncologici», oppure problemi come le liste di attesa. «Molti cittadini si sono dovuti rivolgere fuori Regione per avere prestazioni “ordinarie”, determinando costi che si riveleranno solo in seguito, minando alla radice le vanterie odierne su bilanci risanati», dice D’Alfonso, «se tagli i servizi e i cittadini vanno altrove per curarsi, rinvii a domani i costi che peraltro gravano doppiamente sugli abruzzesi: non solo vanno oltre il bilancio, ma di fatto portano fuori risorse che sostengono altri sistemi sanitari, depauperando il nostro. Questo non accade, come dice Chiodi, per la chiusura dell'Ospedale di Sant'Omero», insiste D’Alfonso, «ma per la inadeguatezza di alcune strutture che non hanno potuto adeguare o anche solo mantenere l'offerta e quindi l'organizzazione sanitaria, alla domanda di salute. Tant'è che da Teramo i cittadini vanno nelle Marche per prestazioni di base (primi tra tutti l'oculistica, l'ortopedia,ecc)».

D’Alfonso punta il dito contro i costi dei servizi, «ben lontani dal rispettare i costi standard», e sul tasso di ospedalizzazione rispetto al quale «la Regione non raggiunge ancora la media nazionale, che essendo tale, è composta anche da Regioni che sono molto al di sotto di tale valore». E sottolinea i pochi posti letto disponibili per gli anziani, «solo 5,4 ogni mille abitanti contro lo standard del 10 per mille» (ieri Chiodi ha annunciato al Centro che a fine mese firmerà due provvedimenti per sanare questo squilibrio). «Ancora più eclatante», incalza D’Alfonso, «è la dichiarazione sui Lea. È fondamentale osservare che i livelli dei Lea non attuati fanno riferimento ad aspetti di elevata qualità, ovvero quelli che contraddistinguono una sanità moderna e più vicina ai cittadini. Tra questi ben 8 sono relativi alla prevenzione, 2 agli anziani, poi ci sono i servizi veterinari (che garantiscono anche la qualità degli alimenti) e i tempi di intervento del 118 (24 minuti, di gran lunga superiori alla media nazionale)».

D’Alfonso sottolinea come l’azione più efficace da mettere in campo sarebbe «rimodellare l'assetto organizzativo della sanità puntando a strutture territoriali, vicine ai cittadini, ad una rete dell'emergenza/urgenza efficace e tempestiva. Ma le uniche proposte, di chiara natura elettorale, che la Giunta attuale avanza sono quelle di costruire 5 nuovi ospedali, per i quali peraltro i fondi, stanziati nel 2009, non sono mai arrivati e non arriveranno mai. La strada per una sanità che abbia cura dei suoi cittadini non è questa», conclude il candidato del centrosinistra, «occorre che i cittadini trovino vicino a loro le strutture dove avere il primo approccio e che a diagnosi avvenuta, siano presi in carico dalla sanità ed accompagnati verso un virtuoso percorso di cura».

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