Tagli ai gioielli di famiglia, passa il bilancio della crisi

31 Dicembre 2025

La manovra d’Abruzzo: il centrodestra blocca centinaia di emendamenti dell’opposizione e va avanti

L’AQUILA. Un taglio l’hanno subito anche i simboli dell’amministrazione Marsilio, cioè i gioielli di famiglia, e già questo dà l’idea dell’aria che tira in Abruzzo: alla Notte dei Serpenti sono andati (per ora) 200mila euro, 300mila in meno rispetto al passato e il maestro Enrico Melozzi, per la data già fissata del 25 luglio 2026 a Pescara, dovrà ingegnarsi; al Festival Dannunziano di Pescara 400mila euro, almeno 100mila in meno; 90mila euro per il Festival dei Popoli europei nell’Aquilano anziché i canonici 100mila; 70mila euro per Marsicaland con un’altra sforbiciata obbligata. Resta intatto invece, nonostante il vento di crisi che sembra spazzare l’Abruzzo, il contributo regionale da 1.220.000 euro al Napoli Calcio «per ulteriori sei stagioni sportive» in ritiro a Castel di Sangro; resistono anche i 100mila euro per i Premi Flaiano di Pescara e poi 40mila euro alla Giostra cavalleresca di Sulmona e altri 40mila euro al Mastrogiurato di Lanciano. Ieri, la maggioranza di centrodestra si è approvata il bilancio tra le proteste dell’opposizione: con la legge non scritta della tagliola, il centrodestra ha fatto cadere centinaia di emendamenti presentati dalla minoranza lasciandone appena cinque per consigliere. «La maggioranza», dicono i consiglieri M5S Erika Alessandrini e Francesco Taglieri, «ha scelto di ricorrere alla ghigliottina, dichiarando con atto di giunta una presunta urgenza tale da far decadere quasi tutte le proposte emendative, limitando il confronto democratico a soli cinque emendamenti per consigliere».

Al di là di un sorriso appena accennato e di un «possiamo farci un applauso», sono misurate le parole del presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri di Forza Italia: «Un’assemblea seria, attenta e collaborativa ha chiuso una buona sessione di bilancio, traghettando l’Abruzzo in un triennio di maggiore stabilità», il commento del presidente. Non canta vittoria Sospiri e resta con i piedi pianta su una terra che appare un po’ instabile: «Sono state sanate, in parte, le difficoltà in campo sanitario, ma la maggioranza ha fatto una scelta: non chiudere nessun ospedale. E così sarà. Qualche sacrificio è stato spalmato su altre partite, segnando il punto sulle missioni ritenute strategiche per la regione». Nel bilancio sono riapparsi i 200mila euro prima revocati e necessari per sostenere le famiglie dei malati oncologici costretti a curarsi fuori dall’Abruzzo: «Pieno finanziamento agli aiuti per i malati oncologici», assicura Sospiri, «non temono tagli nemmeno i nostri studenti e le nostre studentesse, che vedranno rifinanziate per intero le borse di studio». Sospiri continua e annuncia: «Quest’anno, inoltre, valorizziamo il ruolo di Pescara, città finalista come Capitale della Cultura e dell’Arte Contemporanea e offriamo il dovuto sostengo a L’Aquila Capitale della Cultura 2026. Mettiamo da parte 7 milioni di euro, che ci riserviamo di destinare, con legge, nell’annualità 2026, allo sviluppo di politiche regionali in materia di turismo, sport, cultura, sociale, protezione civile e agricoltura. Una manovra complessiva da più di 5 miliardi dei quali non sprechiamo nemmeno un centesimo». E Sospiri conclude con due carezze, una prevedibile e l’altra no: «Ringrazio il presidente Marsilio, la maggioranza ma, come sempre, anche il prezioso ruolo delle opposizioni, che si sono dimostrate, a dispetto del nome, non “oppositive", ma collaboranti, fornendo contributi validi, alcuni dei quali accolti e integrati nella norma finanziaria».

Invece, la minoranza risponde bocciando tutta la linea di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega: «Dal documento contabile che ci hanno presentato», dice il Patto per l’Abruzzo con il capogruppo Luciano D’Amico, «non emerge alcuna idea di governo per la Regione e nessuna strategia per il futuro dell’Abruzzo. Non si evince, ad esempio, come intendano strutturare la sanità, quale sia la politica economica regionale o cosa vogliano fare sul turismo, mentre l’agricoltura è abbandonata a se stessa. In sintesi, non c’è una sola voce che abbia carattere programmatico e che cerchi di risolvere i reali problemi della Regione: dai servizi essenziali, come sanità e trasporti, fino alle politiche di sviluppo. È gravissimo che anche in questo bilancio non ci sia alcuna indicazione sulla sanità. Dopo anni di piani di risanamento disattesi, il disavanzo è esploso e la risposta del centrodestra è farne pagare il costo ai cittadini e alle fasce più deboli. È inaccettabile».

Alla linea del “cauto ottimismo” di Sospiri si allinea anche l’assessore al Bilancio Mario Quaglieri di Fratelli d’Italia, di solito un provocatore verso l’opposizione: «Un bilancio puntuale, snello, pratico, che vede, come garantito in precedenza, il rifinanziamento di leggi regionali in materia di sanità, sociale, sport, cultura, indipendentemente dalla città e dal colore politico – vedasi teatro Marrucino – prevede, altresì, contributi straordinari a sostegno delle categorie più deboli, della promozione del brand Abruzzo. Sono stati rimpinguati i fondi necessari per i trasporti, al fine di garantire la continuità dei servizi, così come sono garantite le somme per onorare le obbligazioni derivanti dai contratti in essere. Poste di bilancio sono state indirizzate alla valorizzazione e promozione dell’intero territorio abruzzese. Mi preme ricordare», sottolinea Quaglieri, «che tutto ciò è avvenuto, nonostante il gravoso peso derivante dal contributo alla finanza pubblica e dall’ormai noto deficit sanitario». Quaglieri promuove la sua gestione e parla di «un’azione politico-amministrativa costante e incisiva».

D’Amico e i suoi però non gli credono e, in aula, hanno presentato un maxi-emendamento, cioè una manovra finanziaria alternativa per «restituire alla Regione la funzione strategica che le compete nella gestione delle risorse pubbliche». Il centrodestra ha fatto valere i suoi numeri: «Il centrodestra continua a considerare il consiglio regionale un organo di gestione», spiegano i consiglieri di opposizione a fine seduta, «svilendo la sua funzione legislativa di programmazione e di indirizzo politico. Con il nostro maxi emendamento, che la destra ha respinto, abbiamo chiesto il rifinanziamento di provvedimenti essenziali, la garanzia di trasparenza nell’uso dei fondi pubblici e prospettive chiare per il futuro». Il Patto per l’Abruzzo prosegue: «Il nostro maxi emendamento non è solo un atto politico, ma una proposta di riequilibrio economico. In un contesto di bilanci regionali compressi dall’aumento dei costi sanitari e dalla riduzione degli altri capitoli, la mancanza di programmazione strategica rischia di generare effetti moltiplicativi negativi. Per questo abbiamo voluto mandare segnali concreti: dal ripristino dei fondi per realtà culturali come il teatro Marrucino, alla tutela delle emergenze socio-sanitarie, al sostegno ai familiari dei malati oncologici e trapiantati costretti a spostarsi fuori regione, alla protezione civile, alla bottega scuola per l’artigianato, agli eventi culturali e al rifinanziamento del Fondo unico per la pesca e così via. La manovra finanziaria regionale dovrebbe essere orientata a generare crescita e non solo a coprire falle».