Regione, un tetto agli stipendi

Lo ha deciso il governo, rinviati i tagli dei seggi negli enti locali.

PESCARA. Arriva dal governo una stretta ai costi dei consigli regionali. Il Consiglio dei ministri ha deciso ieri che l’entità degli stipendi dei consiglieri - comprensivi di indennità di carica e di funzione, diaria e rimborso spese - non potrà superare gli emolumenti dei parlamentari. La misura scatterà a decorrere dal primo rinnovo del consiglio regionale. Oggi un parlamentare prende 5.486 euro netti di indennità base più una diaria di circa 4mila euro mensili con decurtazioni di 200 euro per ogni essenza. Il consigliere regionale abruzzese prende 4.800 euro netti al mese con un rimborso spese che arriva a 3.213 euro mensili. Con le indennità di carica si può arrivare agli oltre 6mila euro netti di un assessore.

Il provvedimento è stato inserito nel decreto che il ministro Roberto Calderoli ha fatto approvare per rimandare di un anno il taglio del 20% del numero dei consiglieri comunali introdotto dalla Finanziaria 2010. Per il ministro non si è trattato di un passo indietro ma solo di uno slittamento con qualche ampliamento. Il decreto rinvia infatti al 2011 ma estende i tagli anche ai consiglieri delle Province, e avvia a partire da quest’anno una riduzione nei trasferimenti statali agli enti locali. Mettere in campo ora la stretta, ha spiegato Calderoli, avrebbe prodotto «disordini» in vista delle amministrative di marzo, in una fase in cui il ministero dell’Interno deve «avviare le procedure connesse alle elezioni entro fine gennaio».

La decisione di Calderoli interessa in Abruzzo soprattutto il comune di Chieti e la Provincia dell’Aquila che potranno andare al voto di marzo senza essere costretti a cambiare la composizione dei consigli e delle giunte. Il taglio del 20% dei consiglieri comunali e provinciali determinerà anche una sforbiciata alle giunte. La legge prevede infatti un assessore ogni quattro consiglieri anziché un assessore ogni tre com’è oggi. A regime la norma comporta nei 305 Comuni abruzzesi un taglio di ben 741 consiglieri e 426 assessori. Le quattro Province abruzzesi perderanno 7-8 assessori complessivamente. Per esempio, i comuni capoluogo che oggi hanno 40 consiglieri più il sindaco, ne perderanno 8 ciascuno.

Grandi comuni come Lanciano, Vasto o Montesilvano che hanno 30 consiglieri ne perderanno 6; Giulianova, Silvi o Alba Adriatica che ne hanno 20 ne dovranno tagliare 4. Dunque nei grandi comuni che passeranno da 40 a 32 consiglieri, gli assessori non potranno essere più di 8, mentre oggi a Pescara sono 12, all’Aquila 10, a Teramo 10, a Chieti 11. Nei comuni con 30 consiglieri (che saranno con i tagli di 24 consiglieri) gli assessori non potranno essere più di 6, mentre oggi a Vasto ne sono 7, a Montesilvano 8, a Lanciano 8, ad Avezzano 8. Nei comuni con 20 consiglieri (che scenderanno dunque a 14) gli assessori saranno 4, mentre oggi, per esempio, a Giulianova ne sono 6, a Francavilla 7, ad Alba Adriatica 6. Nelle Province L’Aquila, Pescara e Teramo che hanno 24 consiglieri passeranno a 21-22 consiglieri e 6 assessori (oggi ne hanno rispettivamente 7, 8 e 8), mentre Chieti che ha 30 consiglieri e 10 assessori, dovrebbe passare a 24 consiglieri e 7-8 assessori.