«Riforme in ritardo, il partito faccia chiarezza al suo interno»

Il senatore del Pdl attacca il capogruppo in Consiglio: «Giuliante critica Chiodi per ambizione personale»

L'AQUILA. «Con la situazione che si è creata nel Pdl non si va lontani. Siamo in ritardo nell'attuazione del programma, soprattutto le riforme, che abbiamo presentato agli abruzzesi per farci votare alle regionali. E' assolutamente necessario un chiarimento tra giunta, partito e gruppo consiliare per porre le basi per un rilancio dell'azione di governo».

A suonare la sveglia alle varie componenti del Pdl è il senatore Paolo Tancredi, molto vicino al governatore Gianni Chiodi, e per due legislature consigliere regionale di Forza Italia. Il riferimento è al caso della fiducia al capogruppo, Gianfranco Giuliante, scoppiato dopo che l'esponente aquilano in una lettera aperta aveva criticato l'azione del presidente della Regione e commissario per la ricostruzione, Chiodi, sul terremoto. «Esprimo ancora una opinione personale», dice Tancredi, «secondo me è incompatibile un capogruppo che esce tutti i giorni sui giornali con polemiche e attacchi, neppure basati su motivazioni politiche, contro la maggioranza della quale fa parte e che in consiglio dovrebbe coordinare. Non dico che bisogna cacciarlo, dico solo che a mio avviso uno che vuole fare il grillo parlante, non può essere capogruppo. Oltretutto», continua, «le questioni che Giuliante pone, oggi i dirigenti, domani le auto blu, poi la variazione di bilancio, si potevano discutere con gli assessori e nell'ambito della maggioranza. E sanno tutti che le denunce nascondono ambizioni personali che sia pur legittime non c'entrano niente con la politica».

Sulla marcia rallentata dell'azione di governo, tra le cui cause c'è lo stallo che regna in seno al gruppo, Tancredi è schietto: «Si è partiti bene ma poi ci si è fermati, e ci sono tante questioni davanti: ad esempio, la riorganizzazione delle rete ospedaliera e le riforme degli enti strumentali che avevamo annunciato entro sei mesi dopo la felice scelta di nominare come commissari dirigenti regionali con il risultato di tagliare Cda e clientele. Su alcuni settori fondamentali il piglio riformatore che doveva contraddistinguere la nostra azione si è un po' arenato. Ora dobbiamo velocemente andare a riforme condivise e strutturali, che portino efficienza e risparmio». Ed ancora: «Giunta, partito e maggioranza consiliare devono ritrovare armonia, I problemi sono numerosi, ardui, difficili, impellenti e c'è bisogno di lavorare in maniera totale ed efficace per affrontare le tante questioni che gli abruzzesi ci chiedono a gran voce di risolvere»

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