San Vito, la denuncia dei bagnanti: "Mare sporco davanti alla piattaforma Ombrina"
Decine di segnalazioni davanti alla spiaggia simbolo della lotta alle trivelle. Il sindaco: "Fenomeno naturale"
SAN VITO. «Abbiamo lottato come leoni in questi anni per impedire “Ombrina”, le trivellazioni e tutto il disastro che ne sarebbe conseguito e ci ritroviamo con un mare dal colore marrone-verdognolo, schiuma, strato-oleoso e detriti di ogni genere». L'allarme arriva dall'associazione Nuovo Senso Civico (Nsc) e da una delle “spiagge-simbolo” della lotta contro il petrolio: Rocco Mancini a San Vito, perla dell'Adriatico che avrebbe visto, a pochi chilometri dalla riva, stagliarsi la piattaforma galleggiante dal nome rassicurante di una specie ittica, utilizzata tuttavia non per la pesca, ma per l'estrazione e la raffinazione di petrolio di pessima qualità in mare.
Decine di bagnanti, fra i quali anche gli attivisti di Nsc, dal pomeriggio hanno cominciato a notare un preoccupante intorbidirsi della superficie delle acque. A San Vito, ma anche ad Ortona, Casalbordino, Rocca San Giovanni, Francavilla. Acqua putrida e maleodorante e centinaia di segnalazioni da parte dei bagnanti.
Il presidente di Nsc, Alessandro Lanci, per la spiaggia di Rocco Mancini parla di «macchie oleose di chiara origine organica, acqua torbida, nessuna traccia di alghe, schiuma e detriti vari». «Nessuno», racconta, «se l'è sentita di fare il bagno o di farlo fare ai propri figli».
Niente Ombrina, ma con il mare lo stesso sporco. Viene in mente quando le compagnie petrolifere dicevano che avrebbero potuto contribuire al risanamento dei fiumi se a Ombrina fosse stato dato il via libera. «Non scherziamo», corregge subito Lanci, «qui il petrolio non c'entra. Le compagnie non erano disposte a versare un euro di tasse o di royalties figuriamoci se avessero potuto investire milioni di euro in risanamento dei nostri fiumi. E sia chiaro, qui i soldi ci sono già: sono sulle nostre bollette Sasi alla voce depurazione e sono stati inseriti nel Masterplan. Il presidente D'Alfonso ha fatto campagna elettorale sul risanamento dei corsi d'acqua abruzzesi, una delle principali cause dello stato del mare. E si è sempre pronunciato e speso contro “Ombrina di ferro” perché avrebbe rovinato il mare, ma se il mare viene rovinato da qualcos’altro è questo che dobbiamo bloccare».
L'appello è dunque a Regione, Arta, Sasi e anche Confindustria per limitare i danni degli sversamenti abusivi di industrie e attività produttive, effettuare maggiori controlli e monitorare i depuratori.
Da San Vito si leva però un coro di smentite. A cominciare dal presidente della Sasi («non ci risultano anomalie domenica scorsa sullo stato delle pompe di sollevamento»), dal sindaco Rocco Catenaro e dall'assessore all'ambiente Luigi Comini che domenica mattina è stato proprio a Rocco Mancini senza riscontrare alcun problema: «Non vogliamo sminuire quest'ultimo episodio, ma è corretto dire che finora non abbiamo avuto alcuna segnalazione in merito. Chi vive a San Vito sa che da decenni, nelle giornate di caldo afoso, la produzione di mucillagine e di residui di alghe aumenta in modo esponenziale e non solo nel nostro litorale. Effettueremo comunque i controlli».
E insiste sui controlli anche il biologo Tommaso Pagliani: «I fenomeni di bonaccia e di scarso ricambio dell'acqua a causa delle alte temperature possono essere previsti dalle rilevazioni meteo. Sarebbe il caso di intervenire con dei campionamenti proprio in questi particolari momenti per escludere fenomeni di tossicità».
Daria De Laurentiis
©RIPRODUZIONE RISERVATA