Abruzzo

Sanità Abruzzo, via libera alle coperture: escluso il commissariamento. Verì: «Smentiti i profeti di sventura»

11 Luglio 2025

La sanità abruzzese può tirare un sospiro di sollievo. Nessuna diffida, niente commissariamento e un sostanziale ok al piano con cui la Regione ha coperto il disavanzo. Paolucci (Pd): «Manca chiarezza su come si intende operare»

L’AQUILA. La sanità abruzzese, almeno per ora, può tirare un sospiro di sollievo. Nessuna diffida, niente commissariamento e un sostanziale ok al piano con cui la Regione ha coperto il disavanzo che, peraltro, potrebbe ridursi di ulteriori dieci milioni di euro. È quanto emerso dalla riunione del tavolo di monitoraggio, annunciata come decisiva alla vigilia, che è andata avanti ieri a Roma dal primo pomeriggio fino a poco prima delle 21. Per la Regione c’erano i direttori dei Dipartimenti Sanità e Bilancio, Emanuela Grimaldi e Fabrizio Giannangeli e i dirigenti Ebron D’Aristotile e Luigi Colangelo. Il faccia a faccia con i tecnici dei Ministeri della Salute e dell’Economia ha prodotto i risultati sperati dal governo Marsilio. Nel dettaglio, l’organismo interministeriale di controllo ha preso atto del piano per far fronte al disavanzo del sistema sanitario regionale per l’anno 2024, certificando un risultato di esercizio negativo pari a 112 milioni e 900mila euro, che potrebbero ridursi di oltre 10 milioni a seguito di ulteriori accertamenti. I dieci milioni sono quelli relativi ai contenziosi delle Asl: il totale, dunque, potrebbe essere ricalcolato a 103 se le verifiche dovessero sortire effetti contabili. Per quanto attiene il disavanzo 2024, dunque, la partita è chiusa. La Regione, su questo fronte, ha predisposto coperture articolate: con la Legge regionale 16/2025 ha destinato 113 milioni derivanti dalle maggiorazioni di Irap e addizionale Irpef, riallocando anche gettiti prima destinati a spese extrasanitarie; ha utilizzato, poi, residui patrimoniali della Gestione sanitaria accentrata (Gsa) per 0,5 milioni. Questo ha portato a chiudere formalmente il 2024 con un equilibrio tecnico e un lieve margine positivo (+0,6 milioni). Un aumento della tassazione, soprattutto per i ceti più ricchi, che aveva provocato moltissime polemiche, compresa l’occupazione della sala consiliare del palazzo dell’Emiciclo, all’Aquila.

IL FUTURO. Nel corso dell’incontro di ieri si è discusso anche dell’andamento dell’esercizio 2025. Le eventuali coperture del potenziale disavanzo (che sarà meglio definito una volta acquisiti i risultati del conto economico del terzo trimestre) dovranno essere stanziate nel bilancio di previsione 2026-2028, senza dunque manovre correttive da quest’anno. Questo è un altro aspetto cruciale del summit: alla vigilia, infatti, era stata paventata la possibilità che i tecnici imponessero fin da subito misure drastiche per prevenire possibili situazioni di squilibrio. A questo proposito, la Regione ha prodotto, seppur in ritardo - come si è appreso dai verbali delle scorse riunioni di aprile e maggio - il programma operativo 2025-2027, varato in giunta proprio alla vigilia del tavolo romano. I ministeri hanno inoltre preso atto e giudicato positivamente la presentazione del documento, riservandosi di esprimere una valutazione nei prossimi mesi.

LE POSIZIONI. È chiaro che gli esiti del tavolo hanno inevitabilmente dei risvolti di carattere politico. Il fronte del centrodestra ha palesato, sin da ieri, la sua soddisfazione, per bocca dell’assessore alla Sanità, Nicoletta Verì: «Ancora una volta, come ormai accade da 6 anni» ha incalzato, «sono stati smentiti i soliti profeti di sventura e non c'è stato alcun commissariamento della sanità abruzzese, come la minoranza ha tentato di far credere da mesi. Pur nel quadro complesso che stiamo registrando, i tavoli tecnici hanno riconosciuto gli sforzi messi in campo dal governo regionale per il contenimento della spesa e l'efficientamento dell'impiego delle risorse stanziate». «Nel frattempo» ha aggiunto l’assessore rimarcando la centralità della battaglia, «prosegue anche il confronto in sede di Commissione Salute nazionale per la modifica dei criteri di riparto del fondo sanitario regionale. Una battaglia che vede il presidente Marsilio in prima linea e alla quale si sono unite altre Regioni con caratteristiche demografiche ed orografiche come le nostre».

LA REPLICA. Dal centrosinistra ovviamente più cauta l’analisi del capogruppo Pd in Consiglio regionale, Silvio Paolucci: «La nota della Giunta Regionale conferma che il disavanzo del 2024 è stato di 113 milioni di euro, molto più alto di quanto previsto a fine 2024, appena 20 milioni. Un disavanzo coperto dagli abruzzesi con le maggiori tasse e i tagli ai servizi sanitari cui si aggiungono oggi anche i tagli a settori sensibili della Regione». «Nulla ci è stato detto», insiste Paolucci, «su come si intende coprire il disavanzo 2025 di cui come sempre ci si nasconde il dato per il quale secondo il governo regionale dobbiamo attendere ottobre. Nulla, infine, viene detto sulla destinazione delle aliquote fiscali che i Ministeri hanno già chiesto di riversare al Sistema sanitario regionale, operazione che sposterebbe ben 175 milioni di tagli agli altri settori». «Presentato il Programma Operativo», conclude Paolucci «che nessuno conosce tanto che i Ministeri si riservano valutazione. Siamo alle solite: occorre trasparenza, in assenza della quale pazientemente attenderemo le carte».

LE TAPPE. Al vertice di ieri si è arrivati con alcuni “paletti” imposti dai ministeri. Intanto l’obbligatorietà di destinare le maggiori risorse fiscali alla sanità, senza intaccare altri comparti. E poi con un “diktat” preciso sulla programmazione. Non a caso è stato prodotto il Programma operativo che tiene conto delle prescrizioni. Cosa accadrà ora? Per i prossimi mesi nulla che possa provocare altri scossoni. Il tavolo di monitoraggio esaminerà il Programma operativo e ne stabilirà la validità. Il verbale, poi, chiarirà se l’organismo “ritirerà” la preoccupazione espressa sulla «sostenibilità del Sistema sanitario della Regione Abruzzo», «rilevando che l’Abruzzo è l’unica regione in piano di rientro in cui si registra una inversione di tendenza in senso peggiorativo dei risultati d’esercizio, con compromissione degli obiettivi del Piano di rientro». Passaggio che sembra superato, in attesa di capire cosa accadrà a fine anno quando la dimensione del disavanzo 2025 assumerà contorni più chiari. Infine, da quanto filtra, ieri si sarebbe parlato lungamente del caso del bilancio dell’Asl dell’Aquila, su cui esistono due pareri contrari dei revisori e la sospensione della Regione.