Sanità, l’analisi della corte dei conti: «Più tasse e meno servizi, il debito è di 103 milioni»

Paolucci e Marinelli (Pd): «Questo è il quadro più grave degli ultimi quindici anni. Emerge che la Regione rappresenta circa il 10% del deficit sanitario in Italia»
L’AQUILA. «La sanità abruzzese è cinque volte più indebitata rispetto alla media italiana». Sono parole diel capogruppo del Pd, Silvio Paolucci, e del segretario regionale Daniele Marinelli. «È questo», precisano, «il dato più clamoroso che emerge dai risultati della Corte dei Conti. Non solo: la Regione pesa per il 2% sul Fondo sanitario nazionale e se fossimo in linea con il disavanzo del Paese – che ha raggiunto 1,5 miliardi – oggi dovremmo registrare un rosso di circa 35 milioni. E invece il numero che emerge dall’analisi è di 103 milioni di euro».
Secondo i Dem è «un dato, questo, che testimonia una realtà scomoda: la Regione ha prodotto un debito sproporzionato, enorme e del tutto ingiustificabile rispetto al contesto nazionale, rappresentando quasi il 10 per cento del deficit in Italia in sanità, con più tasse e meno servizi».
«È un fallimento di proporzioni enormi», sottolineano Paolucci e Marinelli. «Nel 2018, con il governo regionale di centrosinistra, la sanità chiudeva in pareggio con un avanzo di 88mila euro e l’Abruzzo era appena uscito dal commissariamento, nel 2016, grazie a un lungo e difficile lavoro di risanamento». Secondo quanto dichiarato dai due esponenti del Pd, in soli sei anni di governo di centrodestra il deficit è passato da 12,6 milioni a 103,8 milioni di euro, con una proiezione per il 2025 che supera i 126 milioni.
«Ci troviamo di fronte al quadro più grave degli ultimi quindici anni. Il presidente Marco Marsilio dice che tutta l’Italia soffre, ma non nei termini dell’Abruzzo: ci sono regioni che chiudono in attivo, come Lazio, Campania, Lombardia e Veneto. L’Abruzzo, invece, entra di diritto nel gruppo delle realtà più in difficoltà, nonostante sia un territorio più piccolo e, quindi, più facilmente governabile nelle dinamiche contabili». A sottolineare la gravità della situazione, sempre secondo il Pd, sono i dati della fondazione Gimbe, che confermano che mentre il pubblico arranca cresce la spesa delle famiglie verso strutture private – non convenzionate – del più 137 per cento. «Siamo di fronte a un vero segnale d’allarme, che in Abruzzo si amplifica a causa di liste d’attesa infinite, carenze di personale e reparti in sofferenza». Duro poi l’attacco di Paolucci e Marinelli alla giunta regionale: «Dopo aver negato per anni i problemi – mentendo alla comunità – la giunta è stata costretta a chiedere aiuto a Roma. Ma non basta evocare criteri di riparto diversi: quando si produce un debito cinque volte superiore alla media nazionale, è evidente che la responsabilità è politica e gestionale». Da qui la presa di posizione: «Per invertire questa deriva servono: trasparenza sui conti, un piano straordinario per abbattere veramente le liste d’attesa, investimenti sul personale e riorganizzazione della rete ospedaliera. Dobbiamo tornare ad avere una sanità pubblica solida e credibile, affinché non sia più la prima regione con cittadini che rinunciano alle cure: la salute degli abruzzesi prima di tutto».

