L'EDITORIALE

Scuole, troppi silenzi sul rischio sismico

In Abruzzo il 90 per cento delle strutture scolastiche di ogni ordine e grado sono insicure. E' quanto emerge da una ricognizione del Centro sulle schede degli edifici scolastici disponibili negli uffici della Regione

Nella regione di Rigopiano, di alcuni tra i più tremendi terremoti della storia d’Italia, da quello della Marsica (1915) a quello dell’Aquila (2009), per non parlare della lunga lista degli eventi sismici (l’ultimo quello dello scorso anno) che da sempre mettono a dura prova l’animo degli abruzzesi, insieme alla sicurezza e alla capacità di resistenza del loro patrimonio abitativo, c’è una classe dirigente che ha ancora il coraggio di offrire alla popolazione strutture scolastiche di ogni ordine e grado per il 90 per cento (una su dieci) insicure. Proprio così: insicure. La novità emerge non da una doverosa opera di informazione degli organismi pubblici che hanno in carico la sicurezza di bambini e ragazzi a loro affidati dalle speranzose famiglie. Ma da una faticosa opera di ricognizione che Il Centro ha fatto sulle schede degli edifici scolastici disponibili negli uffici della Regione. I dati che dall’inchiesta di Lorenzo Colantonio emergono a proposito degli indici di vulnerabilità mostrano quanto le strutture siano esposte sotto il profilo del rischio sismico. E come dunque questo problema sia stato trascurato nonostante i danni e i dolori che i terremoti continuano ad infliggerci. Si tratta di una questione troppo delicata per lasciarla cadere nel dimenticatoio.

Per questo, anche in vista della riapertura dell’anno scolastico, continueremo provincia per provincia e, dove servirà, scuola per scuola, a raccontare di questo quadro desolante. Nel frattempo, sia consentito un sommesso suggerimento: non sarebbe male se vertici della Regione, Province e Comuni si dessero una doverosa svegliata avviando i lavori necessari e, dove serve, la chiusura dei complessi più a rischio. Prima che sia troppo tardi.

Primo Di Nicola