Sevel, l'annuncio di Marchionne "Fiat investe 700 milioni ad Atessa"

La visita del numero uno del lingotto allo stabilimento abruzzese. Nuovi investimenti per la fabbrica che conta 6.200 dipendenti e 4 mila occupati nell’indotto: "Non lasciamo gli stabilimenti europei in balia di un mercato in declino"

ATESSA. Molti elogi e un rimprovero: il discorso di Sergio Marchionne agli operai della Sevel di Atessa, la grande fabbrica del Ducato, ha visto il grande capo della Fiat riconoscere alle maestranze abruzzesi il merito di essere stati protagonisti di una storia di successo, con una tiratina di orecchi finale sul probelma dell'assenteismo: «La Sevel, creata da un prato verde in una zona che, pur essendo ricca di bellezze naturali, era chiamata "la valle dei morti" perché molti giovani erano costretti a emigrare  in cerca di lavoro, è riuscita a macinare un record dopo l'altro», ha detto il numero uno del gruppo Fiat. Successo che porterà il gruppo torinese a investire 700 milioni di euro per sviluppare i nuovi modelli della gamma Ducato e consolidare una leadership che già oggi vede la Sevel produrre un terzo dei furgoni che circolano sulle strade d'Europa.

Il piano per la Sevel. I 700 milioni di euro d'investimento alla Sevel in Val di Sangro saranno distribuiti in 5 anni e hanno l'obiettivo di confermare lo stabilimento, organizzato secondo i principi del World Class Manufacturing, sempre più all’avanguardia nel mondo. «Non lasciamo gli stabilimenti europei in balia di un mercato in declino. Investiamo in Italia per preservare l’ossatura manufatturiera del Paese», ha dichiarato Marchionne, «Fiat sta facendo tutto il possibile per disegnare nuovo futuro dell’Italia ci siamo presi i rischi senza chiedere nulla a nessuno». Gli investimenti, di cui 550 milioni di euro provenienti da Fiat-Chrysler e 150 milioni di euro da Psa, includeranno l’inserimento di 60 robot di lastratura, il rinnovo di 25 sistemi di spruzzatura in verniciatura, un nuovo impianto di assemblaggio e la riorganizzazione logistica e predisporranno lo stabilimento per la produzione di una più ampia gamma di prodotti al fine di soddisfare le diverse e molteplici esigenze dei clienti e del mercato. Lo stabilimento Sevel Val di Sangro, una joint venture paritetica tra Fiat Group Automobiles e Psa-Peugeot Citroen, è stato inaugurato il 28 novembre 1981 dal presidente della Repubblica Sandro Pertini alla presenza del presidente della Fiat, l’avvocato Giovanni Agnelli. Attualmente, nell’impianto vengono prodotti i veicoli commerciali leggeri Fiat Ducato, Peugeot Boxer e Citroen Jumper. Ad oggi sono oltre 4,5 milioni i veicoli prodotti nello stabilimento, che occupa oltre 6.000 persone, rappresentando la più importante realtà industriale dell’Abruzzo. La capacità produttiva è di circa 300 mila veicoli all’anno su tre turni lavorativi per cinque giorni alla settimana.

L'arrivo in Abruzzo. Marchionne è arrivato alle 10 in elicottero da Torino. Poi ha subito incontrato il direttore della Sevel Carlo Materazzo. Ad accogliere l'ad i vertici della Regione Abruzzo, il presidente Gianni Chiodi, il presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano, il prefetto di Chieti, Fulvio Rocco De Marinis e l’arcivescovo di Chieti, monsignor Bruno Forte. Presente il gotha sindacale abruzzese (i firmatari del contratto Fiat Fim-Cisl, Fismic, Uilm-Uil, Ugl), tra i primi arrivati il segretario nazionale della Uil Luigi Angeletti.

L'incontro con gli operai. L'incontro si è tenuto nel reparto lastratura dello stabilimento della Sevel. Ad accoglierlo, disposti su due file in tuta bianca e grigia e con macchine fotografiche, gli operai dello stabilimento che lo hanno applaudito. «Ci sono stati momenti difficili, specialmente nel 2009, quando il mercato dei veicoli commerciali è crollato, ma oggi siamo qui per scrivere un nuovo capitolo nella storia della Sevel», ha detto Marchionne, «anche questa terra, che è la mia terra, è una dimostrazione che c'è speranza, per quel che ha dimostrato di saper fare, anche e soprattutto nei momenti più duri». La tiratina d'orecchi è arrivata negli ultimi passi del discorso: «Mi risulta che si registrino ancora, in alcuni momenti, livelli di assenteismo e comportamenti anomali che non sono in linea con le aspettative condivise», ha scandito, «si tratta di comportamenti che tradiscono quei valori di repsonsabilità e fiducia che sono il collante di ogni comunità e minano la coesione sociale di ogni fabbrica e del suo territorio».

La posizione della Fiom. La parte "politica" del discorso di Marchionne è stata dedicata al difficile rapporto con la Fiom ,anchge alla luce della sentenza della Corte Costitutzionale sulle rappresentanze sindacali: «Ho ricevuto una lettera dalla Fiom firmata da Maurizio Landini con la richiesta di un incontro: siamo più che disposti, tenendo come dato acquisito che non possiamo assolutamente mettere in discussione accordi già presi con la maggioranza. Accordi, che peraltro sono stati cruciali nel dare vita a realtà produttive di eccellenza a livello europeo», ha concluso l'ad di Fiat.

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