Sevel, ripresa senza incubi

Riapre oggi l’azienda più grande della regione. I sindacati: segnali buoni nonostante le difficoltà Fiat

ATESSA. Sono rientrati oggi in fabbrica gli oltre 6mila operai dello stabilimento Fiat Sevel della Val di Sangro, la fabbrica del furgone Ducato. Tre settimane di ferie, a partire dal 1° agosto, sono trascorse senza scossoni grazie anche all'assenza del ricorso alla cassa integrazione, così come si temeva all'inizio dell'estate. E non ci sarà la cig almeno fino a dicembre secondo le aspettative dei sindacati, segno che la Sevel tiene ancora i ritmi positivi degli ultimi mesi, nonostante il crollo del mercato Fiat dell'auto. Sarà difficile eguagliare il numero di 225mila furgoni prodotti nel 2011 a causa dei numerosi stop alle linee produttive per scioperi ed emergenza neve dei mesi scorsi, ma si riparte con fiducia, nonostante il crollo, nei primi sei mesi del 2012, del 10% nella vendita dei veicoli commerciali leggeri in Europa.

«Il Ducato », racconta Nicola Manzi, segretario provinciale Uilm-Uil , «è un prodotto ancora vincente ed è il primo nel mercato europeo. In questo bagno di sangue che è diventato il settore automotive della provincia di Chieti, la Sevel è l'unica realtà che lavora». Per Marco Di Rocco, responsabile Fiat di Fiom-Cgil, ci sarebbero addirittura, «i margini e le condizioni perchè la dirigenza Sevel riassuma una parte di quei 350 operai precari non confermati nei mesi scorsi visto che le condizioni di lavoro al montaggio sono ancora molto pesanti».

Settembre, per tutti in Sevel, sarà poi un mese di trattative. «Bisogna rinnovare il contratto Fiat nazionale», spiega Domenico Bologna, segretario della Fim-Cisl, primo sindacato nella fabbrica del Ducato, «il primo obiettivo sarà ottenere l'aumento da contratto nazionale di 150 euro per tutti i dipendenti e poi cercheremo di congelare il premio di risultato di 600 euro distribuito nei mesi scorsi».

E si guarda anche al futuro. Il Ducato è sul mercato dal 2006, ha alle spalle 25 anni di storia gloriosa nel campo dei veicoli commerciali. Generalmente ogni 10-12 anni però la Fiat decide, anche per i modelli vincenti, di rinnovare il modello. La creazione di un nuovo Ducato potrebbe quindi coincidere anche con la fine naturale della joint-venture con il gruppo Psa Peugeot- Citroen, prevista per il 2019. «Per allora», dice Bologna, Fim, «la Val di Sangro dovrà farsi trovare pronta. Al via dunque le infrastrutture come la fondovalle Sangro, l'adeguamento dei porti di Vasto e Ortona e la banda larga. Le infrastrutture saranno determinanti per far decidere alle multinazionali di investire ancora qui».

«A noi risulta che entro settembre Fiat possa avviare le consultazioni per decidere i nuovi patner del futuro», commenta Di Rocco, «questo significa che si dovrà decidere anche il nuovo modello del Ducato. In settembre la Provincia incontrerà anche l'Anas per discutere del miglioramento della Fondovalle Sangro, chiediamo dunque al governatore Gianni Chiodi di aprire per quella data anche un tavolo con le multinazionali del territorio: è il momento di discutere dei progetti futuri e di definire gli accordi presi».

Non spaventa invece la nuova alleanza siglata di recente tra Toyota e Psa Peugeot-Citroen, lo stesso gruppo che alimenta la joint venture con Fiat Sevel da oltre 30 anni. «Lo stabilimento della Val di Sangro, l'unico in Europa che produce veicoli commerciali leggeri», spiega Roberto Salvatore della Fismic, «non produce gli stessi veicoli che faranno in Francia nello stabilimento di Sevel nord, si tratta di un altro segmento di mercato: loro faranno il Peugeot Expert e il Citroen Jumpy, noi invece il Ducato Fiat, il Boxer Peugeot e il Citroen Jumper. La fine della Sevel non è ancora giunta, nonostante i numerosi detrattori».

Daria De Laurentiis

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